Un dossier del Ministero dei trasporti due mesi prima del crollo nella galleria Bertè sulla A-26 aveva scritto che “nelle autostrade 200 gallerie rischiano il crollo”
“105 gallerie a rischio”. E’ ciò che emerge in un dossier scritto, in tempi non sospetti, dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (organo tecnico del Ministero delle Infrastrutture), due mesi prima del crollo nella galleria Bertè sulla A-26. 105 gallerie a rischio, che sono sparse su tutta la rete autostradale gestita da Aspi. Ma non sono solo quelle. Infatti ce ne sono altre novanta, in carico ad altre concessionarie, probabilmente segnalate ai gestori. La lista dei pericoli dei tunnel che sono a rischio è lunga. C’è il pericolo di infiltrazioni d’acqua, perché sono privi di impermeabilizzazione, sono privi di sistemi di sicurezza, di corsie di emergenza e vie di fuga. Mancano pure sistemi di videosorveglianza, di sensori di rilevamento dei fumi e sistemi di allarme antincendio, luci di guida in caso di evacuazione. Insomma si tratta di gallerie non a norma rispetto alla direttiva europea 54 del 2004.
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E nell’elenco c’è appunto il tunnel Bertè della Genova-Gravellona Toce: è qui che la mattina del 30 dicembre è crollato un pezzo di volta. Delle 105 gallerie gestite da Aspi una decina si trova lungo le dorsali appenniniche tra Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. Al di là della Bertè, sulla A-26, ci sono anche la Turchino vicino a Genova, e più a Nord la Mottarone, a Verbania; la Coronata sulla A-10, Genova-Savona, limitrofa al viadotto Morandi; sulla A-12 Genova-Rosignano ci sono la Monte Quezzi, la Veilino, la Monte Sperone e la Maddalena tra Rapallo e Sestri Levante; sulla A-7, la Genova-Milano Serravalle, la Bolzaneto-Uno, la Monte Galletto e la Monreale. Nel Nord-Est, la Tarvisio sulla A-23, appunto l’autostrada Udine-Tarvisio. Mentre sulla A-14 Adriatica la Pedaso e la Castello Grottamare, che era stata chiusa il 23 agosto del 2018 per un grave incidente provocato dall’incendio di un camion, è stata riaperta dopo 6 mesi.
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Adesso sulla questione sta indagando la magistratura, che in questi giorni sta cercando di capire se le preoccupazioni espresse dalla commissione permanente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici siano state ascoltate. Preoccupazioni elencate nella lettera datata 7 novembre 2019, che il quotidiano Repubblica ha potuto leggere. Lettera inviata alla direzione generale del Mit, ad Autostrade, al Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed a tutti i Provveditorati alle Opere Pubbliche d’Italia. La missiva è finita agli atti dell’inchiesta sul cedimento in galleria, acquisita nelle diverse indagini e perquisizioni compiute dalla Guardia di Finanza di Genova (Primo Gruppo e Nucleo Operativo Metropolitano) sui 43 morti del 14 agosto 2018.
Intanto Aspi ha assicurato al Consiglio Superiore di aver già avviato la scorsa primavera gli interventi di adeguamento, prima di altri concessionari. E ha anche assicurato che sarà completato l’adeguamento entro aprile 2022.
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