Una dolorosa vicenda iniziata 6 anni fa ha trovato finalmente la sua conclusione: con una denuncia degli operatori di una comunità per minori della provincia di Varese, una coppia non ha più potuto vedere i figli, fratello e sorella, entrambi con una grave malformazione.
Dopo 6 anni, un altro incubo ha finalmente trovato la fine. Una coppia di genitori è stata assolta con formula piena dalle accuse di violenza sessuale e maltrattamenti sui due figli. Questa è stata la sentenza emessa dal Tribunale di Monza, che ha posto fine a una dolorosa vicenda iniziata sei anni fa, con l’arrivo di una denuncia da parte degli operatori di una comunità per minori che fece partire le indagini.
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Le accuse di violenza e abusi sessuali
Una volta arrivata quella denuncia, ai genitori era stato vietato di vedere i loro figli, che erano stati poi affidati alla stessa comunità per minori di Varese. Questo perché, secondo la denuncia, c’era il sospetto di maltrattamenti e abusi in famiglia. Le vittime sarebbero state due minorenni, nati con una grave malformazione che li ha fatti sottoporre a diversi interventi chirurgici, a stretti controlli medici e a problematiche conseguenze psicologiche.
Secondo l’accusa, i piccoli fin da quando avevano 2 e 8 anni (e quando ancora vivevano in provincia di Monza) avrebbero subito violenza sessuale dal padre e dalla madre, e sarebbero stati costretti ad assistere all’intimità tra i genitori.
L’inchiesta era partita 6 anni fa, nel 2014, a seguito di una relazione effettuata dalle operatrici della comunità, che avrebbero raccolto le confidenze dei due piccoli. Confidenze, queste, ritenute prive di fondamento dalla difesa, una tesi ad oggi accolta dai giudici del Tribunale di Monza.
“Ci hanno accusato di abusi e riti satanici”
I piccoli, ritenuti entrambi vittime di abusi, erano stati collocati in comunità per decisione del Tribunale per i Minorenni di Milano, a seguito di un periodo di supervisione da parte dei servizi sociali. Questo perché era partita una segnalazione da parte di una maestra della scuola frequentata dal figlio più grande, che ha dichiarato di essere stata informata dal bambino di essere stato costretto a dormire in auto da suo padre. Una vicenda, tuttavia, che non è stata mai accertata.
Dopo tale episodio, anche data la sindrome debilitante dei bambini, il Tribunale per i Minorenni aveva rilevato che entrambi i genitori avevano difficoltà ad assisterli e seguirli. Nel corso del processo, però, le difese hanno presentato a sostegno della loro tesi delle relazioni e consulenze psicologiche e urologiche, che hanno quindi confutato l’accusa. A seguito di ciò, la perizia del Tribunale di Monza ha poi confermato l’esito.
La Procura ha chiesto l’assoluzione della coppia con formula dubitativa, ma i giudici hanno dato ragione alla difesa, accogliendo la richiesta di assoluzione con formula piena. Come spiega infatti l’avvocato Maurizio Bono, legale del padre, “i bambini, in virtù della loro grave patologia, erano costantemente sottoposti a controlli medici, e le perizie mediche hanno categoricamente escluso gli avvenuti abusi e maltrattamenti, oltre a stigmatizzare come la malattia aveva influenzato anche la capacità di racconto e di percezione dei minori”.
Che ha poi concluso: “Stiamo valutando un esposto contro gli operatori della comunità. Hanno accusato un’intera famiglia di aver violentato e costretto a riti satanici i bambini. Ora valuteremo il da farsi”.