Rita Pavone torna al festival di Sanremo a quasi cinquant’anni di distanza dalla sua ultima presenza: era il 1972 e la sua canzone “Amici Mai” non arrivò nemmeno tra le finaliste di un’edizione non indimenticabile.
L’ultima volta di Rita all’Ariston…
…che per la verità ancora non era l’Ariston visto che la serata finale del Festival era ospitata dal Casino di Sanremo. Quell’edizione registrò la vittoria di Nicola Di Bari con “I giorni dell’arcobaleno” ma fu ricordata soprattutto per i genovesi Delirium di Ivano Fossati con “Jesahel” e per l’esordio di Marcella con “Montagne Verdi”.
D’altronde il rapporto tra ‘la zanzara’ – com’era stata soprannominata dopo l’omonimo film musicarello degli anni ’60 – e il Festival, non è mai stato brillante. Tre presenze, due eliminazioni e un tredicesimo posto quando esordì con nel 1969 con “Zucchero” brano scritto da Mogol.
Ma Rita è leghista?
Oggi a complicare le cose sono state alcune esternazioni filoleghiste di Rita che nonostante la sua infanzia proletaria nei quartieri popolari di Mirafiori dove il padre lavorava in catena di montaggio, sarebbe vicina alle posizioni sovraniste di Salvini. Tant’è che la cantante, dopo la conferma della sua presenza a Sanremo (canterà “Niente (Resilienza 74)” l’hanno bollata come ‘presenza politica’.
Rita Pavone non ci sta: “Le critiche le davo peer scontate ed erano un rischio calcolato, tutto solo perché senza che nessuno abbia ascoltato una sola nota della mia canzone qualcuno ha deciso di analizzare il testo e correre a qualche conclusione troppo veloce. Salvini mi ha difeso e posso anche ringraziarlo: ma a suo tempo avevo ringraziato anche Togliatti che parlava bene di me”.
“Ho ancora una gran voce”
La chiamata di Amadeus l’ha colta di sorpresa: “Per la verità non è la prima volta che cerco di essere selezionata e non è la prima volta che ho un buon brano. Amadeus mi ha chiamato personalmente e perla verità inizialmente ero convinta che fosse uno scherzo. Ma è un gran bel regalo che credo di essermi meritata”.
Sulle sue posizioni vicine alla Lega e a Salvini la Pavone taglia corto: “Sono liberale, guardo le cose e non le persone, sicuramente non il partito. Vivo in Svizzera da anni (ha anche il passaporto elvetico n.d.r.) ma mi sento profondamente italiana e mi preoccupo molto del mio paese. I miei genitori riposano nel cimitero di Torino e io tifo Juventus da sempre”.
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L’età non sembra frenarla: “La mia voce non sa di avere 74 anni, ho un’altra grande occasione per dimostrare le mie qualità, sono modesta ma non sono ipocrita e so di valere. Sono certa di avere ancora una gran bella voce”.