Fayes Al Sarraj ha accettato la linea “dettata” da Russia e Turchia. Il cessate il fuoco partirà dalla mezzanotte di domenica prossima.
Successo diplomatico per Russia e Turchia, che riescono ad imporre la proposta di cessate il fuoco in Libia. Ieri ad Istanbul, nel corso dell’incontro tra Putin – “padrino” del generale ribelle Haftar – ed Erdogan – che invece sostiene il “legittimo” Al Sarraj a Tripoli – era emersa la proposta di imporre una tregua che partisse da domenica a mezzanotte. Detto e fatto: il capo del governo di Tripoli ha accettato.
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In una nota, infatti, il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale libico (Gna)ha dichiarato di “accogliere con favore qualsiasi appello alla ripresa del processo politico e ad allontanare lo spettro della guerra, in conformità con l’Accordo politico libico e il sostegno alla Conferenza di Berlino patrocinata dalle Nazioni Unite”. In buona sostanza, per Al Sarraj l’accordo stabilito da Russia e Turchia va bene. Bisognerà vedere, a questo punto, che cosa dirà il generale Haftar, che dalla Cirenaica sta lanciando una violenta offensiva verso Tripoli che sta mettendo alle corde l’esercito fedele ad Al Serraj. Potrebbe non essere un problema, però: Haftar, come detto, è sostenuto da Putin. Tra le forze militari che combatterebbero per lui ci sarebbe poi il “gruppo Wagner”, la speciale unità operativa di mercenari legata – pare – a doppio filo con il Cremlino.
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Immaginiamo quindi che anche la risposta di Haftar potrebbe arrivare a breve: e quindi sarebbe possibile immaginare un cessate il fuoco a partire da domenica sera. A quel punto sarebbe necessario riaprire il canale della diplomazia e della politica. Verrebbe difficile immaginare un confronto tra le due parti: solo ieri Al Serraj si è rifiutato di incontrare il premier Giuseppe Conte solo per la possibilità di incrociare il suo mortale nemico Haftar (oppure perchè offeso dal fatto di essere ricevuto per secondo). Ma la pressione che esercitano rispettivamente Putin ed Erdogan sui due contendenti non è da sottovalutare.
Resta d’altra parte sempre più marginale il ruolo dell’Unione Europea, che è stata ormai scalzata dal ruolo di possibile mediatore: un problema, in particolare, per Italia e Francia, per le quali la Libia rappresentava una fondamentale sponda strategica.
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