Concessione ad Autostrade: il Pd propone una maxi-multa come soluzione intermedia, ma dal M5S arriva un secco no. “Dopo la tragedia del ponte Morandi, esiste solo la strada della revoca. E i pedaggi vanno abbassati”.
Sulla concessione ad Autostrade, prosegue il confronto serrato tra Pd e M5S all’interno del governo. Sul dossier annunciato nei giorni scorsi potrebbero fare il punto il premier Giuseppe Conte e la ministra dei trasporti e infrastrutture Paola De Micheli, proprio a margine del consiglio dei ministri. Non si prenderà una decisione definitiva, ma i dem, seppur meno decisi dei pentastellati, vorrebbero segnali importanti da Atlantia. L’inserimento di una maxi-multa potrebbe scongiurare la revoca.
“Se pensano di mettere i 600 milioni per la ricostruzione del Morandi in quel risarcimento – avverte la De Micheli – si sbagliano, quei soldi erano già previsti nel contratto. Mi aspetto da Atlantia un’offerta migliorativa anche dal punto di vista dei pedaggi. Aver messo sul tavolo un taglio da 700 milioni di euro è un primo passo ma non basta”.
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Le resistenze del M5S su Autostrade
Il Pd cerca una soluzione diversa dalla revoca, che secondo i dem rappresenterebbe un problema per le casse dello stato tra risarcimenti ed indennizzi. Il M5S, però, continua a fare muro e con Di Maio ha rilanciato l’urgenza della revoca ad Autostrade. “Ipotesi maxi-multa come alternativa? Non scherziamo – tagliano corto fonti grilline – la revoca è un dovere, così come l’abbassamento dei pedaggi autostradali”.
Nel frattempo Atlantia ha messo a punto, col nuovo ad Roberto Tomasi, un piano per il triennio 2020-2023 che mette la sicurezza al centro puntando su manutenzione, innovazione tecnologica e sostenibilità. “I sistemi di monitoraggio – annuncia – saranno possibili attraverso un sistema ad intelligenza artificiale sviluppato”.