Il leader di Azione Carlo Calenda, protagonista di un presidio davanti a Montecitorio, boccia la riforma sulla prescrizione. “Porterà soltanto a processi più lunghi. Per un cittadino, essere sotto processo è già una pena”
Mentre il governo attende di discutere lo stop alla prescrizione dopo il primo grado, Azione e + Europa sono scesi puntalmente in piazza, stamattina, con un presidio davanti a Montecitorio. La loro posizione è netta: Calenda e Bonino dicono no alla riforma della prescrizione, invitando l’esecutivo a fare un passo indietro. I due partiti chiedono a Conte e al Pd di non “assecondare una riforma voluta da Bonafede”.
“Non contiamo di vincere questa battaglia – spiega Calenda, leader di Azione – siamo consapevoli del fatto che il governo è tecnicamente ostaggio del M5S. Il Pd, questo Pd, non ha una direzione di marcia. Tuttavia quella sulla prescrizione è una battaglia che merita assolutamente di essere combattuta. Questa riforma non migliora l’efficienza del sistema giustizia, è un vero disastro. Porterà soltanto a processi più lunghi. Senza capire che essere sotto processo per il cittadino è già scontare una pena”.
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Dello stesso avviso Emma Bonino, in piazza per +Europa con Benedetto Della Vedova. “Questa è una battaglia fondamentale, se si scivola al primo gradino non si sa mai dove si va a finire”. Un attacco frontale al Pd, una scossa chiesta ai dem di Zingaretti. “Il tema della giustizia giusta mi accompagna sin da ragazza, da Tortora in poi. Non cederemo neanche questa volta. Oggi siamo in un momento determinante, non è questo l’ultimo affronto, ce ne sono altri, ma se lasciamo passare questa della prescrizione la certezza del diritto è quasi del tutto scomparsa”.
