Nel corso di una lunga intervista a “La Repubblica”, la giornalista italo-israeliana spiega perche la Rai l’ha esclusa da Sanremo ricostruendo la dinamica dei fatti.
Rula Jebreal è nata a Haifa nel 1973 ed è arrivata a Bologna grazie a una borsa di studio quando aveva 19 anni. Il suicidio della madre – in seguito ad uno stupro – l’aveva costretta a trascorrere l’infanzia in un orfanotrofio di Gerusalemme. Divenuta giornalista, esperta di Medio Oriente e impegnata contro la violenza sulle donne, da dieci anni vive negli Stati Uniti ma mantiene forti legami con l’Italia. L’ultima volta ci è tornata tre mesi fa: è in quella occasione che l’ha contattata Amadeus, proponendole di partecipare al Festival di Sanremo: “Non conoscevo Amadeus, non l’avevo mai visto prima” racconta la giornalista a “La Repubblica”. “Mi è piaciuto molto e gli auguro grande successo, nonostante quel che è accaduto, perché l’ho trovato sinceramente impegnato a mettere al centro del palco dell’Ariston una questione drammatica come la violenza sulle donne“.
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La volontà di Amadeus era realmente forte: “Si, era entusiasta, mi ha incoraggiato. Con lo staff della direzione artistica ho cominciato a raccogliere i dati, ho disdetto altri impegni e mi sono messa a lavorare sodo. Avevo pensato di invitare Michelle Obama. Ma l’Ufficio scritture della Rai ha iniziato a tergiversare sul contratto e a rinviare le prenotazioni dei voli”. A quel punto arriva Dagospia, che anticipa la notizia: Rula Jebreal parteciperà a Sanremo. Si scatena la polemica: la giornalista viene accusata di denigrare l’Italia, di accusare gli italiani di razzismo. Poi la presa di posizione della Rai, che ha provato a scaricare le responsabilità sulla giornalista: “Sabato scorso mi hanno telefonato pregandomi di rinunciare spontaneamente. Mi sono rifiutata. Gli ho mandato un messaggio scritto: se volete censurarmi dovete essere voi ad assumervene la responsabilità“.
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Ci tiene, Rula Jebral, ad escludere il conduttore Amadeus dalla polemica: “Lui non ha nessuna colpa. Mi auguro che riesca a portare avanti il suo bellissimo progetto”. La giornalista ha anche un’idea sui motivi che hanno spinto la Rai a prendere quella decisione: “Evidentemente qualcuno si è spaventato che venisse offerta una ribalta a italiani nuovi, a persone diverse come me che appartengono a un’Italia inclusiva, tollerante, aperta al mondo”. “In Rai c’è un brutto clima” aggiunge. “Trasmettono un’immagine chiusa, vecchia dell’Italia. Cosa vuol dire essere italiani? Avere tutti la pelle dello stesso colore e le stesse idee? L’Italia che noi sogniamo per i nostri figli è un paese collegato al resto del mondo. È un’Italia in cui c’è posto per Salvini ma anche per Liliana Segre e, se permettete, per Rula Jebreal”.
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