Australia in fiamme, le vittime salgono a 24 e oltre 1.200 le case bruciate. Morto il 30% della popolazione di koala, i fotogrammi di una tragedia.
C’è un’Australia che brucia. E non solo da ieri. Anche se il clamore mediatico è giunto in tutto il mondo da un paio di settimane, il continente brucia da mesi. I primi incendi in Australia si sono verificati a settembre 2019, sono perciò 4 mesi che la situazione del continente è sempre più preoccupante. Le vittime della tragedia sono al momento 24, ma molti di più sono gli animali morti che non ce l’hanno fata a superare la barriera insormontabile del fuoco.
Le immagini dei koala in Australia terrorizzati dal fuoco e i numeri di quanti ne sono morti hanno fatto il giro del mondo e sono impressionanti. Oltre 6 milioni di ettari di terreno sono stati distrutti dagli incendi. Si stima che circa 500 milioni sono gli animali morti a causa del fuoco.E purtroppo l’allarme non cessa, complici anche le temperature altissime (50 gradi) che stanno attanagliando il continente oceanico.
Le notizie sull’Australia sono ogni giorno più allarmanti, ma, come detto, il fuoco non è un problema degli ultimi giorni. A causa delle temperature altissime, l’aria è diventata irrespirabile, l’intero continente vive momenti angoscianti. E non mancano le polemiche su quello che sta accadendo oggi in Australia.
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Le cause dell’incendio sono state attribuite da più parti alla politica del paese, da anni sorda ai problemi climatici. Da metà degli anni ’90 i governi conservatori dell’Australia non rispettano gli accordi sul clima e l’economia si basa in modo particolare sull’esportazione di carbone e gas. Ovviamente questo tipo di economia non può non avere un impatto ambientale notevole e negativo e sarebbe alla base degli incendi di questi ultimi mesi.
Il primo ministro Scott Morrison sin dall’inizio ha trascurato e ha sempre deifinito gli incendi in Australia “normali” per il paese, e intanto si gode le vacanze di Natale alle Hawaii. Un articolo d’opinione del New York Times firmato dallo scrittore australiano Richard Flanagan sostiene che sono proprio le scelte politiche ed economiche dell’Australia, cieche ai cambiamenti climatici, a causare il suicidio del paese. Più chiaro di così!
Molto spesso un tweet è solo moda, economia, egocentrismo, ma altre volte può diventare un appello all’umanità. Su Twitter come su Instagram e Facebook è stato creato “preyforaustralia” ed è un modo per dire che gli incendi in Australia non possono e non devono continuare, tutto il mondo sta guardando che cosa accade in quell’angolo meraviglioso del pianeta. Da Nicole Kidman, attrice australiana a Pink, sono tantissimi gli appelli sui social. Nicole Kidman e il marito Keith Urban hanno donato 500 mila dollari, stessa cifra Pink.
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I am totally devastated watching what is happening in Australia right now with the horrific bushfires. I am pledging a donation of $500,000 directly to the local fire services that are battling so hard on the frontlines. My heart goes out to our friends and family in Oz ❤️
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