Trump si espone su Twitter in merito all’attacco lanciato la scorsa notte sull’aeroporto di Baghdad, con il quale ha portato a compimento l’uccisione di Qassem Soleimani. Immediate le risposte da altri vertici politici.
Donald Trump lancia su Twitter un messaggio diretto e conciso in merito all’uccisione di Qassem Soleimani, avvenuta la scorsa notte a Baghdad sotto un raid aereo lanciato dal Pentagono. Il presidente ha quindi sottolineato che “anche se l’Iran non sarà mai in grado di ammetterlo veramente, Soleimani era odiato e temuto all’interno del Paese. Doveva essere eliminato molti anni fa”.
Come specificato da Trump, infatti, “il generale Soleimani ha ucciso o gravemente ferito migliaia di americani nel corso di un lungo periodo di tempo, e stava tramando per ucciderne molti altri”. Per tale ragione gli Stati Uniti d’America hanno deciso di fermarlo, definitivamente.
L’attacco degli Stati Uniti a Baghdad sta avendo numerose ripercussioni in tutto il mondo. Non tutti la pensano infatti come il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, che ha dichiarato alla CNN che “la decisione di Trump ha salvato molte vite umana”, perché ha permesso di sventare “un imminente attacco”. Tra i più scettici, infatti, si annovera il presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale il raid aereo effettuato dall’esercito a stelle e strisce rischia sensibilmente di “aggravare la situazione” in Medio Oriente.
Dal canto suo, l’Onu invita comunque alla moderazione. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha infatti dichiarato: “Questo è un momento in cui i leader devono esercitare la massima moderazione, il mondo non può permettersi un’altra guerra nel Golfo”.
Anche il presidente francese Macron, che ha ribadito la necessità di “evitare una nuova pericolosa escalation” già sottolineata da Guterres, ha dato manforte sul fronte della “moderazione”. Insieme poi alla Mogherini, ex Alto rappresentate Ue nella commissione Juncker, che ha infatti reclamato su Twitter: “Un’escalation estremamente pericolosa nel Medio Oriente. Spero che prevarranno quelli che credono ancora nella saggezza e nella razionalità, che verranno preservati alcuni dei risultati diplomatici del passato e che si eviterà un confronto su vasta scala”.
Sulla scia dei commenti e delle dichiarazioni pubblicate dai vertici internazionali, gli utenti su Twitter stanno prendendo la situazione di petto, e hanno cominciato a lanciare in massa l’hashtag #WWIII.
Tale sigla si rifà a World war III, ovvero “terza Guerra mondiale” in italiano, e si interroga sulle possibili conseguenze del raid statunitense e sul pericolo che possa realmente verificarsi un nuovo conflitto mondiale. Del resto, le parole l’ayatollah Ali Khamenei sono chiare: il leader parla di “vendetta”, e promette ritorsioni nei confronti degli Stati Uniti.
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