Un dossier riservato chiarirebbe la portata del danno in caso di decisioni affrettate. In caso di ritiro della concessione senza indennizzo ad Autostrade per l’Italia mancherebbero i fondi necessari a sopravvivere.
Autostrade per l’Italia verso il fallimento, in caso di revoca delle concessioni. Una prospettiva drammatica, ma che potrebbe essere veritiera. Almeno così racconterebbe un dossier riservato ed ancora non del tutto definito in cui i conti non tornerebbero. Si tratterebbe di una sorta di boomerang rispetto alla volontà politica sopratutto del M5S, ribadita recentemente da Luigi Di Maio.
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In caso di revoca della concessione senza indennizzo, come ha previsto il decreto Milleproroghe approvato a fine anno , verrebbero a mancare ad Autostrade per l’Italia le disponibilità economiche per la semplice sopravvivenza. Se infatti la decisione di inserire nel decreto generasse realmente le condizioni di una revoca in corsa delle concessioni, la società controllata da Atlantia potrebbe perdere le risorse per ripagare i 10,8 miliardi di debito con le banche. Questo scenario è, tecnicamente, quello di un fallimento. Ma non solo: ci sono 7mila lavoratori (che diventano più del doppio considerando l’indotto) che rischierebbero di perdere il lavoro. Ed ancora: i piccoli investitori. Si, perchè Autostrade per l’Italia ha collocato sul mercato 750 milioni di bond. Parliamo di circa 17mila investitori. Cosa accadrebbe se, a fronte di notizie allarmanti, venissero richieste le quote? Non ci sarebbe liquidità, perchè Autostrade per l’Italia non avrebbe la principale fonte di immissione di danaro.
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Una situazione difficile, con delle prospettive che forse non sono state del tutto considerate. Forse è per questo che il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, è cauta: “Il governo dovrà valutare le risultanze delle verifiche fatte, l’impatto finanziario e soprattutto l’impatto occupazionale di qualunque decisione. Si dovrà far carico della soluzione di entrambi i problemi, perché la situazione è articolata e complessa”, ha dichiarato, aggiungendo: “Non devono, e non possono, pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni: i lavoratori e gli utenti, i cittadini e le persone che viaggiano”.
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