Continua la mattanza di espulsioni iniziata un anno fa dal Movimento 5 stelle: espulso Paragone, scatenando l’ira dei militanti uniti.
La mattanza espulsioni della macchina 5 stelle non si arresta: è il momento di Paragone, che però in tempi non sospetti aveva annunciato guerra, diceva “Lo so, il prossimo sono io“. “Ci proveranno, certo – aveva detto – forse ce la faranno pure, ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme“.
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In un lungo intervento su Facebook invoca l’intervento dei probiviri: “Visto che ai probiviri piace il rispetto delle regole è giusto che anche io chieda il loro intervento: tra quelli che non sono in regola con i pagamenti ci sono ministri, presidenti di commissione….Mi sono rotto le scatole della gente che predica bene e razzola male!”. Paragone era molto amato all’interno del Movimento, tanto che gli elettori sembrano imbestialiti per questa decisione: “l’unico coerente con le promesse elettorali“, “uno dei pochi coerenti con i principi del Movimento“, “uno dei pochi del M5S rimasto coerente con il programma alle politiche del 2018“.
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Un “grave errore“, insomma “espellere un’anima vera contro le ingiustizie“. “Dove sta andando a sbattere il movimento?” la domanda che rimbalza di messaggio in messaggio; “eri l’unico che poteva rilanciare i 5 Stelle sostituendo Di Maio, ti hanno fatto fuori per gestire le ultime briciole di potere che conservano“; insomma un vero coro di protesta!