A pochi giorni dal voto, il clima in Emilia Romagna si accende. Le elezioni che vedono protagonisti assoluti Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni hanno assunto un valore decisamente superiore a quanto si potesse immaginare, complice il risultato in Umbria e la mediaticità creata con il movimento delle Sardine
Ultima querelle in ordine cronologico è quella sulla posizione di Lucia Borgonzoni, candidata alla guida della Regione in quota Lega e già eletta in Senato il 4 marzo 2018. Bonaccini ha reso pubblica una nota ufficiale in cui invita la candidata leghista a lasciare la sua posizione a Palazzo Madama, “La mia avversaria sostiene oggi che a lei interessa solo l’Emilia-Romagna, mentre io punterei ad altro – osserva.
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Un capovolgimento di quanto tutti hanno potuto intendere fino ad oggi. A differenza sua, io non mi sono candidato in Parlamento nel 2018 e ribadisco quanto detto fin dall’inizio: se perderò sarò qui a fare opposizione in consiglio regionale, rispettando il mandato degli elettori”.
Una polemica che arriva al termine di una campagna elettorale densa di momenti. In Emilia si è focalizzata la politica del paese dal momento della sconfitta, scontata, ma di proporzioni clamorose in Umbria avvenuta in occasione dell’unico candidato M5S e Pd. Le piazze di Bologna delle Sardine in risposta alla manifestazione di Salvini, piuttosto che la battaglia di Italia Viva sulla plastic tax in favore della filiera romagnola hanno proiettato Bonaccini in una iconica espressione positiva del centrosinistra.
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La candidata della Lega è apparsa più all’opposizione che in opposizione. L’Emilia è una delle regioni che traccia un bilancio positivo a fine anno, ed è stato dunque difficile per la Borgonzoni avviare una reale campagna elettorale. La vera sfida della Lega sarà riconfermare quel 33,8 delle europee, in un test che può effettivamente essere una ulteriore risposta positiva nel segno degli ultimi due momenti elettorali.
Lucia Borgonzoni ha risposto sempre a mezzo social al governatore in carica, “Il livello è sempre da prima elementare”, replica Borgonzoni. “Diciamo a Bonaccini se mi risponde sul perché le agende in sanità sono chiuse? Perché ci sono liste d’attesa lunghissime in quelle che non sono le varie visite o operazioni che vengono pubblicate sul sito, dica perché in agricoltura ci sono aziende che hanno aspettato per due anni i fondi, dica perché non c’è un piano di bonifiche regionale, dica perché non utilizza i fondi del dissesto idrogeologico”, continua l’esponente del Carroccio, che sull’argomento dimissioni non si addentra ma contrattacca: “Entriamo veramente un pochino nei temi e basta fare i bambini piccoli”.
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Chiosa Bonaccini: “Cara Lucia, ti ringrazio per la chiarezza: non ti dimetti e resti senatrice. Questo vuol dire che tieni aperta la porta per Roma nel caso tu dovessi perdere, invece di rimanere in consiglio regionale a guidare l’opposizione. Giusto che gli elettori lo sappiano”.
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