In una intervista sulle colonne de La Repubblica parla Marco Sabatini, padre di Matteo un ragazzino di 12 anni autistico. Aveva scatenato grande clamore la scelta dell’albergatore di cancellare la prenotazione perché prevedeva un gruppo di giovani autistici
In una lunga intervista a Repubblica ha parlato Marco Sabatini, dopo il grande clamore mediatico che la sua storia aveva scatenato. A pochi giorni da Capodanno un albergatore aveva annullato la prenotazione al solo suono di “autistici”. Sabatini spiega che ogni anno insieme ad altre famiglie con figli autistici si concedono una settimana fuori: i ragazzi svolgono una terapia particolare in acqua. Un metodo attraverso cui i ragazzi, spesso limitati nelle comunicazioni a causa delle loro patologie, riescono a comunicare con chi sta loro accanto.
Una vicenda che alterna intolleranza ed ignoranza, nascosti dietro un dito. Il dito dell’albergatore, che nel 2020 ha ritenuto di poter cancellare una prenotazione e giustificare la cosa con un laconico “La struttura non è adeguata e c’è un numero chiuso per i bambini”. Una mancanza di rispetto per l’intelligenza di chi ascolta, e per lo sviluppo nei confronti del tema che in un paese come l’Italia si sta cercando di avere.
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Il fatto
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I genitori dei ragazzi avevano prenotato un soggiorno, ma al suono della parola autistici il proprietario della struttura ha modificato la sua risposta. “Voi dovete mettervi nei miei panni, io ho il dovere di garantire tranquillità e relax per i nostri clienti”, ha commentato il direttore della struttura ricettiva. Poi il tentativo di mettere una toppa: “Se volete possiamo organizzare un fine settimana e vi do tutta la struttura”. Una vacanza dunque solo per disabili, tenendoli bene a distanza dai “normali”, come sottolineano le stesse famiglie che si sono viste rifiutare l’ospitalità.