I carabinieri hanno intercettato fiumi di cocaina nella periferia di Roma. Anche in regime di arresti domiciliari, continuavano a spacciare. Otto gli arresti formalizzati dopo un’indagine durata dodici mesi
Una vera e propria piazza di spaccio di cocaina è stata smantellata nella periferia di Roma, dove la sostanza era venduta a fiumi. I carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Tivoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 8 persone, ritenute responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti riconducibili alla cocaina nel comune di Montorio Romano.
L’indagine è stata portata avanti per oltre dodici mesi, fino all’epilogo che ha smascherato un gruppo di stranieri coadiuvati da un italiano nella gestione dello spaccio. Un quadro ‘arricchito’ dalla presenza di persone in regime di domiciliari che, incuranti della misura cui erano sottoposti, continuavano a vendere fiumi di cocaina nella periferia di Roma e non solo.
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L’abitazione trasformata in un drogashop sempre attivo
Le attività, come dimostrato dalle telecamere collocate dai carabinieri in vari punti utili, avvenivano tramite la finestra di casa dei due ‘vertici’, marito e moglie, lui marocchino lei italiana. L’abitazione di Montorio, alle porte di Roma, era trasformata in un drogashop aperto 24h su 24, con numerose promozioni fedeltà. Tra queste figurava il 3×2 (la terza dose a prezzo scontato).
In altri casi lo spaccio avveniva anche nei pressi delle abitazioni degli altri arrestati. Questi ultimi si avvicinavano alla finestra della coppia che gestiva e ricevevano un maggior numero di dosi con il compito di venderle per strada. A seguito vendita ambulante, il dovere di consegnare i guadagni di giornata, sempre tramite la solita finestra.