Rimborsi e restituzioni nel M5S, interviene il senatore Giarrusso: “Non restituisco soldi da un anno per pagarmi spese legali. Ho dovuto accantonare quelle entrate. In ballo cause civili e penali di natura politica”
Il senatore Giarrusso è intervenuto nella giornata di oggi sui rimborsi M5S e sui motivi che lo avrebbero costretto a non restituire circa 25 mila euro reclamati dai pentastellati. “Questi soldi – ha spiegato al Corriere della Sera – li ho dovuti accantonare per affrontare cause civili e penali che sono state intentate contro di me. Riguardano la mia attività politica.
Quella penale più rilevante – prosegue – per cui sono stato anche rinviato a giudizio, riguarda una querela sporta dall’allora candidata sindaca di Agira, per un post sul blog di Beppe Grillo in cui denunciavo le ombre mafiose nella campagna elettorale del Pd di Enna. Non è finita qui. Per un altra causa civile a Porto Empedocle mi vengono invece chiesti 50 mila euro”.
Giarrusso, nonostante le polemiche sui rimborsi avanzate da esponenti M5S, che reclamano circa 2.300 euro al mese per un anno, si dice ottimista. “L’esito delle cause è sempre imprevedibile – puntualizza – ma resto ottimista sull’esito delle stesse. Restituzioni ai minimi storici? Non conosco queste dinamiche, non so per quale motivo c’è solo il 12% di restituzioni totali. Io non lascio il M5S, resto coerente alla sua linea”.
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L’attacco a Di Maio e il ruolo nel governo Conte
Giarrusso, pur confermando la volontà di restare pentastellato, ha ammesso che sarà necessaria “una riflessione sui motivi che hanno portato all’indebolimento del movimento nel governo”. Chiaro l’affondo a Di Maio. “Pur avendo il 37% dei parlamentari contiamo sempre meno nell’esecutivo. E’chiaro che il responsabile di tutto questo è il capo politico. Deve lasciare, bisogna cambiare e rinnovarsi”.