E’ tempo di primarie per il centrosinistra in Puglia, Michele Emiliano governatore uscente sfiderà il prossimo 12 gennaio Amati, Gentile e Palmisano. Poco hype per il confronto che deciderà il competitor di Raffaele Fitto a maggio.
Negli scorsi giorni a Bari era arrivata Giorgia Meloni, la guida di Fratelli d’Italia aveva presentato Raffaele Fitto come candidato governatore del centrodestra in opposizione probabilmente a Michele Emiliano.
Intanto a sinistra ci si prepara alle primarie del prossimo 12 gennaio, giorno in cui i pugliesi potranno votare il nome del candidato.
In corsa oltre al governatore uscente Michele Emiliano il Partito democratico candida il consigliere regionale Fabiano Amati e l’ex europarlamentare Elena Gentile. Senza tessera di partito è invece lo scrittore Leo Palmisano, candidato indipendente.
Sebbene l’alternativa di centrodestra non sia delle più stimolanti, anche Emiliano non gode di grande fiducia tra i pugliesi. Fitto era stato l’ultimo a guidare una Puglia di centrodestra, dopo di lui 10 anni di Nichi Vendola e poi il primo mandato dell’ex sindaco di Bari.
Il clima per le primarie è come al solito quieto, e non si percepiscono grandi scontri attorno ai candidati. Tre candidature apparentemente di servizio. Il successo dell’attuale governatore sembra quasi scontato, forte di un consenso elettorale che ha garantito ad Emilano negli anni una governance molto solida anche in occasione di scelte discutibili.
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Le critiche
Nonostante un mandato sereno, senza colpi gobbi della politica e ingerenze partitiche, Emiliano è ora chiamato a concentrarsi per il doppio appuntamento elettorale. In questi giorni sono piovute critiche in capo al governatore pugliese, reo di essere più attento a dinamiche celebrative piuttosto che prestare attenzione alle questioni istituzionali della regione. E allora attenzione a rimanere concentrato su tutti e due i fronti.
La Puglia rappresenta sicuramente una delle realtà meno tristi del sud Italia, ma non per questo priva di problemi. Dalla sanità all’ambiente passando per la connettività, al prossimo governatore della regione saranno chiesti interventi seri su questi temi.
Emiliano ha infatti tenuto per sé in questi cinque anni una delle deleghe più delicate, la sanità, e non è riuscito (così come i suoi predecessori) ad indirizzare in nessuna direzione la questione Ilva. Tornata di moda negli ultimi mesi, dopo il recesso di Arcelor Mittal.
Anche sull’ambiente c’è tanto da fare, perché ad Ilva si è aggiunta l’annosa questione della Xylella che ha inferto un duro colpo al comparto produttivo del territorio. Tra i macrotemi si è parlato di connettività, con la quasi ventennale richiesta di collegare Bari e Napoli e il problema di agevolare gli spostamenti interni considerata la distanza quasi siderale che la capitanata e il Salento sono costretti a registrare.
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I competitor
Nonostante le problematiche da risolvere siano tante, i competitor non hanno dato vita ad una grande campagna elettorale. Tutt’altro. In maniera quasi aziendalista, le primarie del csx passano in sordina, relegandole ad un appuntamento partitico.
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L’ultima volta l’ex magistrato barese concorreva con Antonella Laricchia (M5S), Francesco Schittulli ed Adriana Poli Bortone entrambi candidati alla regione in un centrodestra spaccato. Fu un trionfo, in cui il Pd del 40% alle europee surclassò in maniera netta la concorrenza. Il periodo storico è cambiato, ora toccherà ai pugliesi dire se l’apprezzamento nei confronti del loro governatore è mutato. Gli exit poll sembrerebbero dire proprio di no.