Con le nomine di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi all’Istruzione e all’Università il Movimento 5 Stelle perde la maggioranza in Consiglio dei ministri.
A forza di autogol, non si può che perdere la partita. Tra dimissioni epurazioni e prescrizioni, il Movimento 5 Stelle ha incassato una “goleada” in Consiglio dei Ministri. E ad esultare è il Pd, che con una tattica guardinga costruita sull’attesa, ha pareggiato i conti e ora sogna il sorpasso.
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Con le nomine di Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi ai ministeri dell’Istruzione e dell’Università, il Movimento 5 Stelle perde la maggioranza in Consiglio dei ministri: il centrosinistra, con Manfredi, ha ora pari esponenti rispetto agli alleati. Ora è Conte a decidere la sorte della Maggioranza. Il premier, infatti, è ormai il rappresentante di una forza politica autonoma all’interno del M5S e in Parlamento. Per questo è difficile che Di Maio possa contarlo nella sua squadra: se Conte è fuori dai giochi i ministri sono pari (11 a 11); se invece è in quota PD, come qualcuno nel M5S ha già ventilato, allora è vero che i grillini hanno perso la maggioranza in Consiglio dei Ministri. Di Maio tempo fa aveva postato un grafico in cui voleva dimostrare di “saper trattare con il Pd”.
Nuove nomine ai ministeri Istruzione e Università, protestano i grillini
Manfredi, tecnico vicino al Pd, è il quarto ministro-rettore in otto stagioni, dopo Profumo, Carrozza e Giannini. Ma entrambi, Azzolina e Manfredi, sono il settimo e l’ottavo ministro di queste ultime otto stagioni: un anno medio di durata per ogni responsabile dell’istruzione pubblica non può consentire alcuna amministrazione di comparti così delicati. E il primato di Lorenzo Fioramonti, che si è dimesso dopo 110 giorni per mancati finanziamenti, non ha fatto che rendere ancora più precario un percorso politico all’interno di un mondo giò ampiamente precario.
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Per questo ha protestato Piernicola Pedicini, portavoce M5s al Parlamento europeo: ”Continua il saccheggio dei ruoli ministeriali in quota M5s a favore del Pd”, protesta il grillino. “E Conte è come una specie di Robin Hood al contrario, che ruba ai poveri per dare ai ricchi” – aggiunge su Facebook. “Vorrei tanto sapere i nomi dei gruppi parlamentari che si sono tanto spesi per l’irrinunciabile ‘genio’ di Fioramonti che ha causato tutto questo casino”, attacca ancora. “Intanto, il partito di Conte prende sempre più forma, mentre noi la perdiamo sempre più”.