Ancora una storia di documenti per immigrati al centro del nuovo avviso di garanzia che è stato recapitato all’ex sindaco di Riace. “Sono amareggiato”- confida.
Torna a far parlare di se Mimmo Lucano, l’ex ‘sindaco degli immigrati‘ di Riace. E gli argomenti sono sempre gli stessi: presunti documenti falsi elargiti ‘a fin di bene’ a cittadini stranieri. Il nuovo avviso di garanzia è stato confermato dallo stesso Lucano che all’Adnkronos ha confidato di sentirsi “amareggiato” e di averlo ricevuto nei giorni scorsi.
Leggi anche -> Gli vende un telefono che non funziona e poi lo uccide a colpi di pietra
“Mi sembra tutto così assurdo- continua l’ex sindaco – mi viene contestato un reato che avrei commesso nel settembre 2016 per aver fatto due carte di identità a una donna eritrea e a suo figlio di pochi mesi, che erano inseriti in un progetto di accoglienza al Cas di Riace”.
Secondo quanto confida Lucano: “la prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la madre e il bambino e noi avevamo detto di sì perché c’era la disponibilità”. In seguito- continua- “fu fatta l’iscrizione al registro anagrafico e poi fu richiesta la carta d’identità perché il bambino aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra“.
Leggi anche -> Torino, bimbo di 5 mesi in coma: la madre accusata di omicidio colposo
Quello che viene contestato all’ex primo cittadino è che la carta d’identità sia stata rilasciata nonostante la donna e il bimbo “non avessero il permesso di soggiorno”. “Io lo rifarei”- le parole di Lucano – perchè anche “la Costituzione prevede il diritto alla salute, il diritto alla salute è inviolabile e fondamentale”.