E’ stato colpito da un attacco di meningite il giovane 13enne rientrato in Italia il 23 dicembre. Era stato in Marocco con la famiglia
Dopo una settimana in vacanza con la famiglia in Marocco, un giovane tredicenne fiorentino è rimasto vittima di un forte attacco di meningite. I medici hanno dapprima mantenuto riservata la prognosi, oggi è invece arrivata la nota della ASL: si tratta di un caso di meningite.
Il ragazzino era stato vaccinato nei confronti del meningococco C, quello che avrebbe contratto è invece il B. In queste ore è stata avviata la profilassi tradizionale, contattati tutti i passeggeri del volo preso dal ragazzo oltre che naturalmente la famiglia.
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Chiarimenti arrivano proprio dalla Asl, dal Meyer di Firenze fanno sapere che il giovane durante il soggiorno avrebbe partecipato ad un’escursione organizzata dall’hotel dove risiedeva. I responsabili del Hotel Riad, tramite un van a bordo del quale viaggiava anche una guida turistica, hanno portato il ragazzo con la sua famiglia a visitare le bellezze del posto. “All’igiene pubblica, che ha condotto l’indagine epidemiologica ancora in corso, è stato riferito che all’escursione erano presenti solo i familiari, la guida e l’autista. Spiega la ASL – In data 23 dicembre il paziente è rientrato con i familiari in Italia al proprio domicilio con volo Ryanair delle 10.55 diretto a Pisa”.
Come detto il ragazzo era tutelato dal meningococco C ma non dal B, il cui vaccino esiste solo dal 2014. La meningite è una malattia del sistema nervoso centrale con infiammazione delle meningi. Può essere determinata da germi assai vari che colpiscono in maniera episodica, attraverso contatti e portatori sani. Possono causare la meningite batteri come il meningococco o il pneumococco. Ogni anno in Italia più di mille persone contraggono la meningite, e secondo i numeri resi noti dall’Isituto Superiore di Sanità la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%.
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Ogni anno la ricerca ha dedica una giornata alla sensibilizzazione verso questa patologia, il 24 aprile si celebra infatti per 24 ore ogni studio che combatta una patologia che può costare la vita al paziente in sole 24 ore.
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