Coltivare cannabis in casa potrebbe non essere più illegale, purchè le quantità siano modeste. Questa la controversa decisione della Cassazione che non mancherà di scatenare polemiche. Esulta Mantero del Movimento 5 Stelle.
Coltivare marijuana in casa non è reato purchè le piante siano poche e per uso personale. Lo hanno deciso le Sezioni unite penali della Cassazione chiamate ad esprimersi su un ricorso presentato il 21 ottobre. La sentenza, con le relative motivazioni, deve essere ancora depositata e la curiosità è tanta visto che il problema non ha mancato di scatenare bagarre politica tra i pro e i contro. Per ora il massimo organo della Corte, ha deliberato che non costituiscono reato “le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che, per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore”. Dunque se si coltiva senza intenzione di spacciare e non si pregiudica la salute dei cittadini, non si rischia il carcere.
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Sulla sentenza della Corte, esulta il M5S Matteo Mantero: ““Ancora una volta la giurisprudenza fa le veci di un legislatore vigliacco. La Cassazione ha aperto la strada, ora tocca a noi“, ha commentato il senatore su Facebook -. “Fino a questa storica sentenza comprare cannabis dallo spacciatore, alimentando la criminalità e mettendo a rischio la propria salute con prodotti dubbi, non costituiva reato penale, mentre coltivare alcune piante sul proprio balcone per uso personale poteva costare il carcere“.
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Ora, prosegue Mantero, “si mette fine alla stortura tutta italiana di una legge che consegnava il mercato monopolista delle droghe leggere nelle mani della mafia”