Il titolo di Atlantia, finanziaria e holding del gruppo Autostrade per l’Italia crolla a piazza Affari. A nulla è servita la risposta della famiglia Benetton al Governo giallo-rosso. Nel frattempo Di Maio al trono della missione in Libano insiste nella linea dura: “revocare concessioni”
Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, al ritorno dal Libano, dove ieri mattina è voluto essere presente e portare solidarietà ai soldati Italiani in missione Unifil “che in queste giornate di festa, saranno lontani dalle proprie famiglie“.
Il leader pentastellato, torna sul discorso delle concessione autostradali, a poche ore dal tonfo in borsa del titolo di riferimento della famiglia Benetton: «Abbiamo 43 vittime, delle famiglie che ancora piangono, indagini e perizie che ci dicono che la società Autostrade non ha provveduto adeguatamente alla manutenzione del ponte Morandi nonostante ci fossero dei report che accertavano la gravità e i dell’infrastruttura del viadotto Polcevera. È gravissimo, non c’è altra soluzione alla revoca della concessione, mi sembra evidente».
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Il Pd su questa battaglia è con voi? «Su questo il governo è compatto e se qualcuno la pensa diversamente aspetto di ascoltare le loro motivazioni, sono curioso. Qui il punto è che non bisogna aver paura di combattere un colosso, lo Stato va protetto e la regola chi sbaglia paga deve valere per tutti». Renzi vi attacca anche sul caso Moby-Onorato, parlando di due pesi e due misure. Quell’accordo di partnership da 600 mila euro alla Casaleggio e i 240 mila per il sito di Beppe Grillo, a parti inverse, avrebbero fatto sollevare il M5S? «Guardi qui noi vogliamo lavorare, siamo al governo per questo non per fare polemica o saziare la fame di visibilità di qualcuno».
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La legge di bilancio è stata approvata a Montecitorio. Già si parla di un piano di riduzione dell’Irpef per il prossimo anno ritoccando però le aliquote dell’Iva. È la vecchia idea del Mef, da Tria a Gualtieri… Si farà così? «Io posso dirle che qualsiasi passo sarà compiuto dovrà seguire la direzione di un ulteriore abbassamento delle tasse soprattutto in favore delle piccole e medie imprese. La riduzione dell’Irpef è una cosa che chiediamo da tempo, ma senza inganni. Le tasse vanno abbassate, bisogna rimettere in moto i consumi e favorire la creazione di nuovi posti di lavoro».
Concetto peraltro ribadito a distanza di alcuni mesi, in cui il capo della Farnesina, era già sicuro dell’appoggio dei DEM.
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