Salvini, la legge Severino può pregiudicare il futuro politico dell’ex vicepremier

Nuova bagarre con la giustizia in casa Lega, Salvini rischia di essere allontanato dai palazzi del potere. Timore non per i 15 anni che penderebbero sull’ex Ministro degli Interni, a spaventare il leader del carroccio ecco che arriva la Legge Severino.

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Matteo Salvini, leader della Lega – meteoweek

L’accusa che pende in capo a Matteo Salvini è quella di «Sequestro di persona aggravato dalla qualifica di pubblico ufficiale, dall’abuso dei poteri inerenti alle funzioni esercitate, nonché per avere commesso il fatto anche in danno di soggetti minori di età».

Così il tribunale di Catania ha avviato l’iter di giustizia nei confronti di Matteo Salvini, già protagonista di una vicenda simile in occasione dello sbarco della nave Diciotti. In quel caso però la querelle riguardava lo stato obbligato a rilasciare il Pos (Place of safety, espressione utilizzata nelle convenzioni internazionali per indicare un porto sicuro) che secondo il governo italiano era di competenza maltese, mentre la vicenda Gregoretti è imputabile esclusivamente all’esecutivo del nostro paese.

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Legge Severino

Paola Severino, ex Ministro di Grazie e Giustizia

A preoccupare però il leader leghista non sarebbe l’eventuale condanna di 15 anni, che reputa ipotesi remota. I legali dell’ex vicepremier guardano con timore alla legge Severino, attraverso cui un politico potrebbe essere costretto a dover lasciare la sua posizione con una sola condanna in primo grado. Il provvedimento 190/2012 redatto dall’ex Ministro della giustizia Paola Severino vedrebbe infatti interessati tutti gli appartenenti al mondo della politica italiana e delle pubbliche amministrazioni.  La legge che si occupa infatti di anticorruzione, concussione, ineleggibilità, decadenza, incandidabilità e sospensione trova proprio in questo ultimo punto l’elemento che danneggerebbe l’ex vicepresidente del Consiglio. E’ infatti previsto che la sospensione possa essere applicata con retroattività rispetto ad una nomina avvenuta regolarmente.

Il rischio di pronta condanna non sussiste infatti, l’iter giudiziario è appena agli inizi e potrebbe concludersi anche con l’ insussistenza dei fatti contestati. Ma questo, per come è strutturata la norma, non garantisce comunque serenità. La 190/2012 infatti ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica basta anche una condanna non definitiva per l’attuazione della sospensione che può durare per un massimo di 18 mesi.

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In passato

Silvio Berlusconi, ex Presidente del Consiglio

Qualora si dovesse decidere di applicare la norma, magra consolazione per Salvini che non sarebbe il primo. E temiamo nemmeno l’ultimo. Prima di lui sia Silvio Berlusconi, a capo del governo che la portò in approvazione, sia Luigi De Magistris finirono nella lente della giustizia. Entrambi furono sospesi, e riabilitati dopo 18 mesi grazie ad una sentenza in secondo grado che avrebbe poi sconfessato la prima decisone dei giudici.

 

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