Morta sul lavoro un’operaia di 66 anni, era prossima alla pensione. Lutto nel piacentino, Emilia tra le prime tre regioni per morti bianche. Peggio Lazio e Lombardia
Un tragico fine anno nella sede della Copap di Monticelli d’Ongina, un’azienda agroalimentare nella quale si lavora aglio bianco. Una donna di 66 anni è caduta su un nastro mobile per poi finire sotto una pressa, secondo le ricostruzioni l’operaia sarebbe morta sul colpo.
Sebbene le dinamiche siano ancora al vaglio dei Carabinieri, il drammatico incidente riporta l’attenzione sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro. Infatti i numeri che arrivano al termine dell’anno non possono che invitare l’opinione pubblica a concentrarsi su un problema crescente: 654 le vittime rilevate in occasione di lavoro e 242 i lavoratori che hanno perso la vita in itinere.
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La prima regione per numero di incidenti è la Lombardia, che nei primi dieci mesi di questo 2019 ha fatto registrare 137 decessi complessivi. Seguono, prendendo in analisi lo stesso periodo, Emilia Romagna (88), Lazio (83), Veneto (82), Piemonte (79), Campania (70), Sicilia (67), Toscana (61) e Puglia (52). Alle 76 donne che hanno perso la vita nel corso del svolgimento della loro attività professionale, fanno da contraltare i 163 stranieri caduti sul posto di lavoro.
E’ inevitabilmente il settore manifatturiero quello su cui si registra una forte necessità di intervento: 97 gli incidenti mortali registrati, mentre 93 sono quelli a referto per nel mondo dell’edilizia. Poco più di un terzo dei decessi riguardano occupati tra i 50 e i 59 anni, dunque in età quasi pensionabile. Sintomatico di quell’esigenza di turnover sul posto di lavoro che i governi hanno prima impedito, vedi Legge Fornero, e poi improvvisato con Quota100 manovra promossa dall’ultimo esecutivo.
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Il primo semestre del 2019 si era già fatto registrare come il peggiore degli ultimi anni, ad Agosto erano già stati superati i numeri del primo semestre 2018. A nulla negli anni sono servite le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva richiamato ad una maggiore attenzione la politica tutta, definendo la sicurezza di chi lavora una priorità sociale. Una esigenza che rischia, come troppo spesso accade, di fermarsi davanti ad un bivio di competenze. Catalfo, ministro del lavoro nel governo giallorosso aveva promesso di aumentare gli ispettori del lavoro di 150 unità. Un monito forse poco ragionato, o populista come si è soliti dire oggi, considerato che ad aumentare dovrebbero essere i tecnici della prevenzione dell’Asl. Una delle tante, quasi sconosciute, competenze delle Regioni.
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