Il rapporto tra la Lega e la Popolare di Bari, secondo un’inchiesta di Fanpage, è più stretto di quanto si possa immaginare. Un legame che inizia nel 2015, quando ai vertici dell’istituto barese viene nominato Giorgio Papa, banchiere vicino al partito di Salvini
Come mai la Lega è così interessata a salvare un istituto di credito meridionale? Come mai questo improvviso interesse per le sorti di un istituto chiacchierato come quello della famiglia Jacobini? Perchè non critica i manager che hanno provocato la crisi? Sono i quesiti che si pone fanpage.it sui presunti legami tra il partito di Salvini e la Banca Popolare di Bari. Un legame che, dalle ricostruzioni, sarebbe partito fin dal 2015.
Dietro il crollo ci sarebbe – spiega FanPage – anche lo zampino di persone vicine alla Lega. “Il primo nome il lista è quello di Giorgio Papa, direttore generale della Popolare di Bari dal 2015 al 2018, gli anni in cui, secondo De Bustis, la banca barese è stato un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato”.
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L’inchiesta riporta ad alcuni anni fa. Quella di Papa sarebbe stata dunque una “nomina in quota Lega, figlia dell’abbandono del ciellino Marco Nicolai, del declino della stella di Roberto Formigoni e dell’ormai prossimo avvicendamento con Roberto Maroni”. Proprio Maroni e Giancarlo Giorgetti sono i nomi che, anche solo per la medesima appartenenza geografica e politica, sarebbero continuamente associati a Papa.
“Se il decreto SalvaBari, la nomina di Papa, gli affidamenti agli amici della Lega siano solo una serie di sfortunati eventi – attacca FanPage – non ci è dato saperlo. Di sicuro, sappiamo che Salvini è quello che raccontava che il Meccanismo Europeo di Stabilità avrebbe “distrutto il risparmio degli italiani”. Che ora stia zitto di fronte a chi quel risparmio l’ha distrutto davvero, è già una mezza risposta”.