Eugenio Giani si candida alla presidenza della Regione Toscana, dopo aver ottenuto il via libera da parte della coalizione di centrosinistra – ad eccezione, però, di Sinistra 2020, Sinistra italiana e Articolo 1.
La decisione è arrivata al termine di un lungo vertice avvenuto tra i membri del centrosinistra, riunione che è finita in nottata. A conclusione del vertice, la maggioranza dei partiti e dei movimenti civici, riformisti, ecologisti, liberaldemocratici e progressisti ha quindi firmato un documento che esprime una reale condivisione della “cornice valoriale e programmatica definita insieme in questi mesi” e, di fatto, “un giudizio positivo sulla candidatura di Eugenio Giani alla presidenza della Regione Toscana per attuare le idee già condivise”.
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L’accordo e la firma del documento: Eugenio Giani come candidato
Il documento che sancisce la decisione e la strategia da attuare da parte del centrodestra, in vista ovviamente delle elezioni regionali della primavera 2020, è stato sottoscritto da 15 forze: tra queste, appaiono Pd (che lo aveva già preannunciato a novembre, con un voto d’unanimità), Italia Viva, +Europa, Psi, Comunica Civica Toscana, Italia dei Valori e Europa Verde Toscana.
I sottoscrittori propongono quindi a Eugenio Giani, già attuale presidente del Consiglio regionale, “ad incontrare subito la coalizione per iniziare insieme un lavoro sul territorio a stretto contatto con la società toscana nelle sue molteplici articolazioni” e al tempo stesso “impegnano il candidato ad aprire un confronto con la coalizione per sviluppare i temi politici emersi nella discussione”.
E ancora, nel documento viene sottolineato che: “La volontà condivisa di tutte le forze che aderiscono a questo documento è quella di continuare, insieme al candidato, il confronto anche con gli altri partiti e movimenti che hanno lavorato proficuamente con noi in questi mesi”.
Passato quindi il periodo delle feste natalizie, e approdato ormai l’anno nuovo, a Giani toccherà perciò avviare il confronto come candidato incaricato con tutte le forze politiche dello schieramento. Questo, sarà necessario anche davanti a quelle forze di sinistra che si sono tirate fuori dall’accordo, e hanno rifiutato di approvare il suo nome nonostante avessero comunque condiviso l’intesa programmatica nelle scorse settimane.