Madre disperata in ospedale per la morte della figlia: insultata perché disturbava

Madre nigeriana insultata dopo la morte della figlia in ospedale a Sondrio: gli altri pazienti la ritengono “troppo rumorosa”, dava fastidio.

Davvero increscioso quanto accaduto all’Ospedale civile di Sondrio. Una donna nigeriana è scoppiata in lacrime, devastata dalla notizia dei medici sulla morte della figlia. La madre ha reagito come ci si aspetta: piangendo e disperandosi. A quel punto, però, è scattata la rabbia degli altri pazienti.

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Figlia morta in ospedale, la madre nigeriana si dispera e viene insultata dagli altri pazienti: faceva troppo rumore e dava fastidio

Pare infatti che circa una quindicina di utenti dell’ospedale abbia iniziato ad inveire contro la donna, ritenuta “troppo rumorosa”. Non sono mancate anche pesanti offese, come rivela sui social network Francesca Gugiatti, maestra elementare e consigliera comunale di Sondrio. “Qualcuno ha parlato di ‘tradizione africana’, altri di ‘rito tribale’ o ‘rito satanico’, qualcun’altra ha definito la madre devastata dal dolore una ‘scimmia’, per concludere con un uomo che ha sentenziato ‘tanto ne sfornano uno all’anno’.

Parole di un cinismo spaventoso – racconta la consigliera comunale –. Che fanno raggelare il sangue. Che feriscono nel profondo, non solo quella donna a cui il destino ha appena strappato la figlia, ma tutte le persone perbene. Ma come si fa a essere così cattivi? come si fa a infierire davanti al dolore più grande?”.

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Il commento del Viceministro dell’Istruzione: “Se le urla fossero state di una donna italiana avrebbero detto lo stesso?”

Il racconto di Francesca è stato commentato con un post su Facebook dal viceministro dell’Istruzione Anna Ascani: “Quanto successo fa accapponare la pelle. Quelle parole intrise di odio razziale, di cinismo, di totale mancanza di empatia, ci descrivono un’umanità smarrita. Mi chiedo: se quelle urla disperate fossero state di una donna italiana, la reazione sarebbe stata la stessa? Non ci si vergogna più di essere razzisti. Anzi, lo si vuole esternare. Lo si vuole far sapere. Ci si vanta. Questo fa paura. Questo è il male del nostro tempo che dobbiamo combattere con tutta la nostra forza e determinazione. Non ci voltiamo dall’altra parte.

Ribelliamoci a tanto cinismo. Restiamo umani! voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza totale a questa donna che ha perduto la figlia, e ringraziare chi, a differenza di altri, le è stata vicino. Non ci rassegniamo“.

Pasquale Giacometti

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