Duro scontro tra il direttore del quotidiano “Il Giornale” ed il grillino Giuseppe Brescia, che annuncia azioni legali contro il giornalista
“Alessandro Sallusti, oggi mi dedica il suo editoriale su Il Giornale, che emozione! In poche righe il direttore, già condannato per diffamazione, concentra tutto il peggio di una parte del ‘giornalismo’ italiano. Un misto di menzogne, insulti e disinformazione per screditare l’avversario e compiacere il padrone politico. Alla fine dell’articolo Sallusti conferma implicitamente la tesi per cui mi attacca: la presidente Casellati ha dato un giudizio politico e non tecnico dichiarando inammissibile l’emendamento sulla canapa “. Lo scrive Giuseppe Brescia (M5S), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, su Facebook.
“Non mi preoccupano gli insulti alla mia persona e le bugie sul mio curriculum (qui il link del mio cv https://www.giuseppebrescia.it/chi-sono/, il suo è di tutto rispetto…). Il direttore ne risponderà in tribunale. Ciò che davvero mi sconcerta è la disinformazione sul tema della canapa industriale, la cannabis light (che lui traduce in ‘spinello leggero’). Qui si parla di 3mila aziende e 12mila lavoratori che con gli spinelli non hanno nulla a che fare.
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Noi vogliamo tutelare queste persone e quest’economia, Salvini, Meloni e Berlusconi le vogliono affossare. Confondere l’uso ricreativo della cannabis con l’utilizzo della canapa con thc inferiore allo 0.5% per uso industriale è la base dell’inganno di tutta la propaganda montata dalle destre”. ”Eppure nel 2016 la Lega ha votato con noi la legge nazionale sulla canapa (legge 242/2016) e giusto qualche mese fa una legge regionale sul tema è stata approvata nel Veneto a maggioranza leghista (legge regionale 36/2019). Tutto questo Sallusti non lo scriverà, gli basterà ripetere l’indegna tiritera che i suoi esponenti politici di riferimento vomitano ogniqualvolta si affronti l’argomento”, conclude Brescia.
Sallusti nel suo editoriale aveva scritto su di lui: “Fino ad oggi aveva lasciato qualche traccia della sua esistenza in quanto convinto sostenitore delle Ong sbarca immigrati, del movimento dei gretini, della legge sullo Ius Soli e per il suo odio nei confronti dell’informazione (propose, anche in quel caso senza successo, l’abolizione del finanziamento pubblico all’ editoria)”. E ancora, sul suo curriculum: “Le sue esperienze lasciano perplessi. Avrebbe lavorato sei mesi in Polonia, otto in Australia (da dove sarebbe scappato perché disgustato dal consumismo) e pochi mesi in Italia prima di approdare in Parlamento. Il conto è presto fatto: Brescia, oggi giunto a 37 anni, ha lavorato in vita, bene che vada, non più di un anno e mezzo, week end e feste comandate comprese (per di più non si capisce a fare che cosa e con chi). A occhio, quindi, non parliamo di un accademico né di uno scienziato”. Il duro attacco di Alessandro Sallusti