Gli azionisti della Banca Popolare di Bari scendono in strada per protestare

Protesta nel capoluogo pugliese degli azionisti della Popolare di Bari contro la cattiva gestione dell’istituto da parte del consiglio d’amministrazione

Sono scesi in strada, lungo Corso Cavour questa mattina, gli azionisti della Banca Popolare di Bari, fortemente colpiti dalla crisi e dal successivo commissariamento dell’istituto di credito del capoluogo pugliese. Con cartelloni e cori di protesta, hanno raggiunto la filiale della Popolare, per incontrare i commissari a cui è stato affidata la banca in seguito all’intervento di rifinanziamento con decreto governativo. “I primi report in cui emergevano i conti in rosso risalgono al 2009 – spiega Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione Vittime del Salvabanche che sta supportando gli azionisti – quindi, per 9 anni è stato permesso alla Popolare di fare il proprio comodo, senza avvertire chi aveva investito i propri soldi. Noi non ci stiamo”.

Domenica sera il governo aveva approvato un decreto per salvare la Banca Popolare di Bari, una delle più grosse banche del Sud Italia. In base al decreto, il governo stanzierà ben 900 milioni di euro per Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa del ministero dell’Economia, per finanziare Mediocredito Centrale (una banca controllata dal ministero dell’Economia) che poi li verserà alla Banca Popolare di Bari per comprarne delle quote.

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Venerdì la Banca d’Italia aveva deciso di commissariare il consiglio d’amministrazione della Banca Popolare di Bari, a casua della cattiva gestione finanziaria e dei troppi crediti deteriorati, cioè dei mutui o prestiti che hanno poche possibilità di essere riscossi. Da tempo la Banca era considerata in difficoltà, tanto che aveva chiuso il 2018 con perdite per 420 milioni di euro e la forte riduzione del valore delle proprie azioni. Un articolo di Repubblica ha ricostruito la sequenza di ispezioni che la Banca d’Italia ha condotto dal 2010, per cercare di capire come mai nonostante i controlli si sia arrivati al commissariamento. Nel corso di queste ispezioni, la banca è stata costretta a rinnovare i suoi organi dirigenziali e poi a togliere dai suoi libri contabili più di un miliardo di euro di crediti deteriorati.

Tra i vari problemi, sembra ci sia l’acquisizione nel 2014 di Banca Tercas, una banca abruzzese in difficoltà, dopo che lo Stato aveva già provato a salvarla con una ricapitalizzazione. Secondo Repubblica, non è chiaro come mai dopo un’ispezione del 2013 in cui erano stati riscontrati vari problemi, la Banca d’Italia non avesse imposto nuove sanzioni alla Banca Popolare di Bari: l’ipotesi è che c’entri appunto il salvataggio di Banca Tercas.

La procura di Bari sta svolgendo varie indagini sulla Banca Popolare di Bari. Una di queste, per ora senza indagati né ipotesi di reato, è stata aperta per via di una lettera della Consob, l’autorità garante della borsa, secondo cui la Banca non aveva fornito le informazioni richieste sulla situazione dei conti. Un’altra riguarda l’acquisizione di altre banche, tra cui Banca Tercas.

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