Popolare di Bari, De Bustis: “Qui conti taroccati, management esaltato e irresponsabile”

E, tre giorni prima del commissariamento della banca, il presidente Giannelli assicurava: “Non c’è nessun rischio, abbiamo l’appoggio del mondo politico e anche della vigilanza”.

Banca Popolare di Bari, l’amministratore delegato Vincenzo De Bustis lo scorso 10 dicembre, durante una riunione ai manager della sua banca, riferiva: “Questa banca è un esempio di scuola di cattivo management, irresponsabile, esaltato”. “Quando sono arrivato la prima volta – ha detto De Bustis – c’era un signore coi capelli bianchi a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati“.

Nella riunione, avvenuta tre giorni prima del commissariamento deciso da Bankitalia, De Bustis aggiungeva: “È stato veramente irresponsabile quello che è successo negli ultimi tre, quattro anni”. Il presidente della Popolare di Bari, Gianvito Giannelli, tuttavia, sempre durante il colloquio, afferma che la Banca “non sarà commissariata”. “Non c’è rischio di commissariamento– assicura Giannelli. – C’è un piano industriale serio che prevede gli interventi di investitori istituzionali, una parte pubblica e una parte privata, cioè il Fondo interbancario, con un percorso light, non stiamo parlando di Genova, passata per il commissariamento, e meno che mai delle banche venete”.

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“Abbiamo iniziato – prosegue il presidente – un percorso di messa in sicurezza della banca, un percorso ufficiale che è assistito dalla vigilanza in tutti i suoi passaggi. Sarà un percorso molto breve per i primi passaggi che si chiuderà prima di Natale”.

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È così che l’amministratore delegato De Bustis e il presidente della Popolare di Bari Giannelli parlavano ai manager della banca, negando la possibilità di un intervento del Governo e confermando che i direttori delle filiali “hanno truccato tutti i conti”. Questa riunione è avvenuta solamente tre giorni prima del Consiglio dei Ministri del 13 dicembre, che al contrario dalle loro aspettative ha deciso per il commissariamento della banca pugliese. Il 15 dicembre, inoltre, è stato anche deciso che il salvataggio sarebbe avvenuto attraverso un esborso complessivo di 900 milioni di euro.

Durante la riunione, Giovannelli e De Bustis assicuravano ai manager di avere “l’appoggio del mondo politico e anche della vigilanza”. “Bontà loro (Bankitalia e il Ministero del Tesoro) – sosteneva De Bustis – e per ragioni strategiche altissime, qualcuno ha deciso che la banca debba sopravvivere”.

“La banca – proseguiva l’amministratore delegato – diventerà molto forte dal punto di vista patrimoniale, avrà lo Stato dietro, quindi potrete dire che la Popolare di Puglia e Basilicata ‘sta un po’ così’, che la Banca Popolare Pugliese traballa, che i soldi vi conviene darli a noi che c’abbiamo lo Stato dietro. Li sfondate, se c’avete la forza e l’energia commerciale”.

De Bustis mette in guardia: “Quando sono arrivato la prima volta (2011-2015) c’era un signore coi capelli bianchi a capo della pianificazione e controllo, a cui chiesi di vedere i dati delle filiali. Tutti truccati. Truccavate persino i conti economici delle filiali. Taroccati. Chiesi anche di vedere la lista delle prime 50 aziende affidatarie e non me l’hanno mai portata. Quell’epoca è finita. Su queste cose i nuovi padroni vi faranno l’esame del sangue”.

Riguardo, invece, i nuovi strumenti finanziari, De Bustis è molto chiaro: “Perché ho rotto tanto le scatole per lanciare questo green bond? Mica per il verde! A me che cazzo me frega del verde?Niente! Per carità è un settore importante, ma è la tecnica che mi interessa tantissimo, è il capital light. Cioè di fare assistenza alle imprese cercando di non assorbire il patrimonio e portare i soldi a casa – spiega ai suoi manager – Certo, abbiamo cominciato con una cosa un po’ sofisticata, che è quella del verde, perché abbiamo un problema di reputazione della banca”.

“Questa Banca – conclude De Bustis- è proprio un esempio di cattivo managemant”.

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