Anastasiya: “La mamma di Luca non ha mai lavorato”. E lei spacciava

Nuovi scenari emergono nel caso dell’omicidio del giovane Luca Sacchi, una testimone chiarisce nuovi aspetti della vicenda rimasti tutt’ora nascosti

Un lavoro come baby sitter da trecento euro al mese, ed caparra di novecento euro per l’affitto di un appartamento, depositata il 17 ottobre, una settimana prima che Luca Sacchi venisse ucciso. Sono questi altri due particolari che vanno a stringere il cerchio intorno alla figura di Anastasia Kylemnyk, la fidanzata del ventiquattrenne personal trainer, e che avvallerebbero l’ipotesi che la ragazza si mantenesse spacciando droga.
Secondo i pm la disponibilità di denaro della ragazza sarebbe stata dovuta all’attività di spaccio.

Anastasia la sera dell’uccisione di Sacchi avrebbe infatti avuto con sé alcune dosi di marijuana. La conferma per i magistrati sarebbe arrivata durante l’interrogatorio di Giorgia, fidanzata di Valerio Del Grosso, che ha raccontato di aver visto degli involucri contenenti droga e diverse sim nel portafoglio di Anastasia, rubato proprio da Del Grosso dopo l’omicidio di Sacchi.

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Secondo la famiglia di Luca, quella sera, nessun elemento dimostra che Luca sapesse delle attività della fidanzata. Posizione dunque contraria alla ricostruzione della sera del 23 ottobre fatta da Domenico Costanzo Marino Munoz, amico della coppia e testimone oculare dell’omicidio, si scaglia la famiglia Sacchi. Secondo Munoz, Luca, pur non partecipando attivamente allo scambio di droga e denaro, avrebbe saputo dei traffici della fidanzata.

 

“Il testimone Munoz riferisce esclusivamente proprie impressioni non indicando alcun elemento concreto da cui poter desumere un eventuale e presunto coinvolgimento di Luca Sacchi nella vicenda”, hanno fatto sapere i legali dei Sacchi. “Questa è la terza dichiarazione diversa rilasciata da Munoz. Ciò che emerge, invece, in maniera inequivocabile, è che è stato lui a ritardare l’ingresso di Luca nel pub per via di una sigaretta, senza la quale il giovane Sacchi sarebbe entrato all’interno del locale e quasi certamente non si sarebbe imbattuto in Del Grosso.

“Nei giorni scorsi – hanno quindi concluso i legali – abbiamo convocato Munoz per essere ascoltato mediante indagini difensive, ma egli ha preferito non presentarsi senza addurre alcuna giustificazione”.

Parla anche la madre di Luca Sacchi, che dichiara “Le brutte parole utilizzate da Anastasia si commentano da sole. In tutti questi anni non mi ha mai detto nulla di simile. Io, mio marito Alfonso e tutta la nostra numerosa famiglia – continua – non intendiamo rispondere ad insulti provenienti da una ragazza di 25 anni che per anni ha frequentato la nostra casa. L’unica cosa che realmente ci interessa – conclude la donna – è che tutti i responsabili della morte di Luca paghino il loro conto con la giustizia”.

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