Nelle prove tecniche di questa mattina è emerso un nuovo problema da affrontare per il Mose di Venezia: le paratie rimangono bloccate dai detriti, secondo gli esperti il problema è strutturale.
Non finisce l’odissea del Mose, la monumentale opera ingegneristica che dovrebbe proteggere Venezia dall’acqua alta, preservandone l’inestimabile patrimonio artistico. Nelle prove di stamattina effettuate in gran segreto a Punta Sabbioni sono stati evidenziati nuovi problemi per il Mose: problemi che erano già stati segnalati e che a detta degli esperti sono strutturali. Fin dall’alba sono state testate infatti le cinque paratie installate ma ancora non funzionanti in zona Punta Sabbioni, facendole immergere ed emergere nella laguna per valutare i tempi e per mettere in risalto eventuali problematiche che chiaramente non sono mancate: le paratie, alte 20 metri e lunghe quasi 30, una volta emerse non riuscivano a immergersi per tornare nei cassoni fissati nel fondo lagunare.
C’è voluta una squadra di sommozzatori per dare una spiegazione al problema e risolverlo almeno temporaneamente: in fase di emersione le paratie creano un vortice che risucchia detriti, sabbia e spazzatura di ogni genere, impedendo poi nella fase di immersione il giusto alloggiamento sul fondo.
Un problema che sembra di difficile risoluzione, visto la sua natura strutturale: tutto il progetto, già costellato di problemi giudiziari e non, in ritardo sui tempi e fuori budget sui costi, rischia così un colpo definitivo senza che nessuno sappia come intervenire.
L’utilizzo, da alcuni ipotizzato, di special “robot-spazzini” nel fondo del mare è per ora considerato alla stregua della fantascienza, ed il continuo intervento umano dei sommozzatori che puliscano quotidianamente la struttura una volta in funzione porterebbe il costo di gestione, già alto, a dimensioni difficilmente sostenibili.
Il Mose, acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico, è un progetto di alta ingegneria idraulica che dovrebbe proteggere Venezia e la sua laguna dall’acqua alta, la cui efficacia è messa in discussione da esperti e non. Il progetto, nato già negli anni ’80 e avviato nel 2003, ha visto un susseguirsi di scandali, procedimenti giudiziari, polemiche e problemi tecnici di varia natura.
Le ultime giornate di acqua alta a Venezia hanno riportato nel dibattito mediatico l’attualità del progetto che ad oggi ancora non garantisce la tutela della città lagunare. Mentre i tecnici si interrogano su come superare le problematiche la popolazione e l’opinione pubblica si chiedono se le somme spese (oltre cinque miliardi di euro) siano un giusto investimento o l’ennesimo spreco di denaro pubblico.
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