Ancora proteste in India contro la Legge sull’ immigrazione voluta dal premier Narendra Modi: permette ai migranti non musulmani di ottenere la cittadinanza. Nell’arco di 5 giorni morte 6 persone.
Ancora proteste in India contro la Legge sull’ immigrazione: permette ai migranti non musulmani, provenienti da Afghanistan, Bangladesh e Pakistan, di ottenere la cittadinanza. In cinque giorni di proteste sono rimaste uccise sei persone. Domenica 15 dicembre si sono registrate varie manifestazioni nelle Università di tutto il Paese, comprese Hyderabad e Varanasi e la capitale Nuova Delhi. Quì la manifestazione di protesta è iniziata nella prestigiosa Jamia Milia Islamia.
Secondo la polizia, la protesta era diventata violenta e gli studenti si rifiutavano di disperdersi. Questo è stato il motivo che ha scatenato l’intervento dei poliziotti, che hanno lanciato lacrimogeni e fermato diversi studenti. Sono stati rilasciati poco dopo. La legge sotto accusa si chiama ‘Citizenship Amendment Bill’. Viene contestata come anti-musulmana e ha sollevato dubbi sulla sua costituzionalità. Ma sta suscitando preoccupazione, specialmente negli Stati di confine, anche per la possibilità di una grande ondata di migrazioni.
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Il partito di governo nazionalista Bjp, sostiene che la legge è stata varata solo per proteggere chi fugge a persecuzioni religiose. Uno scopo umanitario, quindi, ma i critici affermano che faccia parte di un piano ben preciso del premier Narendra Modi. Il premier, secondo chi protesta, tenterebbe di marginalizzare i musulmani nel Paese, violando i principi laici su cui si fonda la Costituzione indiana.