Manovra di Bilancio, tra poche ore il voto, mancherebbero 700 milioni

Manovra di Bilancio, tra poche ore il voto, mancherebbero 700 milioni di Euro. Si lavora disperatamente al testo del maxi-emendamento da mandare in Aula al Senato, cercando di far quadrare i conti.

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Manovra di Bilancio, tra poche ore il voto, mancherebbero 700 milioni

Manovra di Bilancio, tra poche ore il voto, mancherebbero 700 milioni di Euro per far quadrare i conti. Secondo indiscrezioni, questa è la cifra per la quale la manovra è scoperta, per colpa delle misure modificate ed entrate in legge di bilancio nel corso del suo iter. I tecnici della Ragioneria da venerdì sera controllano che tutto sia in ordine; domani potrebbe esserci un vertice di maggioranza con, all’ordine del giorno, oltre all’autonomia e alla giustizia, anche la manovra.

Ancora molti i nodi da sciogliere: dal rischio ammissibilità di alcuni emendamenti, al nervosismo delle opposizioni che lamentano le sole due letture in Parlamento del provvedimento. Oltre alle  micro-norme che potrebbero arrivare a pesare fino a 50 milioni e sulle quali aleggia l’incognita delle coperture. Per il momento, nelle bozze del maxi-emendamento restano confermate. Le micro-misure riguardano per esempio il milione all’anno dal 2020 al 2022 per i carnevali storici. Oppure i 250.000 euro per il biennio, per la realizzazione del Pistoia Blues Festival.

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Manovra di Bilancio, tra poche ore il voto, mancherebbero 700 milioni di Euro per una serie di provvedimenti minori: per esempio c’è  il fondo per lo studio preliminare all’introduzione del “Volo Turistico“, con una dotazione 100mila euro l’anno. Restano i 300 mila euro per la Lega, delle autonomie italiane e altrettanti alla regione Lombardia per il 2020, necessari alla realizzazione del Museo della Diga del Gleno entro il 2023.

Inoltre, una dotazione di un milione di euro all’anno per il sostegno e la valorizzazione delle bande musicali e 150 mila euro per l’anniversario di Roma capitale d’Italia. Riconfermati, stando alla bozza, gli 800 mila euro per il festival del cinema italiano all’estero, del programma “Vivere all’italiana“. Confermati anche  i 500.000 euro per le campagne di informazione e sensibilizzazione contro l’abbandono degli animali.

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Stando alla bozza del maxi-emendamento non ancora definitiva, resta la Tobin tax sul trading (con la correzione allo 0,04%) e la norma che allenta le maglie sulla cannabis light. Le polemiche tra i Cinquestelle e le opposizioni si accendono subito dopo l’approvazione, da parte della Commissione Bilancio, dell’emendamento a firma M5s. Lo stesso prevede che la canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% non sia più considerata come una sostanza stupefacente. All’attacco la Lega e FdI che accusano il governo di introdurre tasse e liberalizzare le droghe.

Il primo firmatario della proposta, Francesco Mollame, si dice “convinto sull’ammissibilità e fiducioso sull’operato del Governo e delle cariche dello stato competenti”.  Di tutt’altro avviso Maurizio Gasparri: “Sia chiaro che l’emendamento sulla cannabis è estraneo per materia alla legge di stabilità. Pure degli ignoranti come loro se ne renderanno conto. Noi ci auguriamo che un giudizio sereno e conforme ai principi del diritto prevalga. Mai droghe legali, mai droghe impropriamente definite leggere, mai cannabis light”.

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Il Senato avverte: “Il Presidente del Senato, così come la terzietà connaturata al suo ruolo impone, per l’ammissibilità degli emendamenti non entra mai nel merito dei provvedimenti ma si limita a valutarne esclusivamente gli aspetti tecnici“, scrive in una nota.

 

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