Nuove interessanti dinamiche emergono dai vari colloqui degli inquirenti con testimoni ed indiziati, la situazione tende a schiarsi ma restano tante incognite.
Spuntano nuovi scenari nell’omicidio di Luca Sacchi, il giovane assassinato lo scorso 23 ottobre a Roma con un colpo di pistola. Sulla morte del ragazzo resta ancora poco chiara la dinamiche che ha portato al tragico epilogo, ciò che certo è il coinvolgimento di persone molto vicine al ragazzo, in un primo momento assolutamente insospettabili. Gli amici, la fidanzata, e la posizione dei familiari assolutamente stravolti dalle mille storie nascoste dietro il tremendo omicidio.
Domenico Costanzo Marino Munoz, amico di Luca Sacchi, è stato sentito come persona informata sui fatti nell’ambito dell’indagine sull’omicidio del giovane personal trainer. “Anastasia ha detto a Luca che era tutto a posto – ha dichiarato il ragazzo – Luca non ha detto nulla ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla”. Il verbale dell’audizione è stato depositato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’udienza davanti al tribunale del Riesame.
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Munoz ha raccontato quanto avvenuto prima e dopo lo sparo con cui il 23 ottobre scorso Valerio Del Grosso ha ucciso Sacchi. “Giovanni Princi (amico di Luca e arrestato per il tentativo di acquisto di droga ) – racconta il ragazzo – ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia”.
A questo punto Munoz racconta, quindi, che Anastasia “si è allontanata. Non ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasia aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata indietro verso via Latina, ma non l’ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l’angolo su via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: ‘tutto a posto!”.
“La sera dell‘aggressione – spiega Munoz – ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei. Da quello che ho appreso – continua il giovane – durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell’aggressione Luca, Anastasia, Princi, i due soggetti conosciuti da quest’ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio – conclude Munoz – che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubati. Anzi lo escludo”.
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