Prossima rivoluzione in campo medico: l’intelligenza artificiale, ma va regolata da un’etica per essere strumento dell’uomo per l’uomo
L’intelligenza artificiale sarà l’elemento costituente della prossima rivoluzione nel campo della medicina: infatti permetterà delle migliorie nelle diagnosi e nella cura dei pazienti.
È importante che sia regolata però da una ‘algor-etica‘, un’etica dell’algoritmo stabilita dall’uomo per l’uomo.
L’intelligenza artificiale, infatti, integrerà con il suo valore aggiunto le attività medico-sanitarie, senza mai ovviamente sostituire l’importanza dell’apporto umano.
Ciò è quanto emerso all’evento #AI4Docs ‘Opportunità e rischi dell’intelligenza artificiale in medicina’, promosso dalla Fondazione in collaborazione con la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, con sede a Roma al Policlinico Gemelli Irccs.
“L’intelligenza artificiale è uno strumento e, come tutti gli strumenti, dipende dall’uso che se ne fa e non può prescindere dalla relazione con l’uomo – ha sottolineato Paolo Benanti, teologo, esperto di bioetica e nuove tecnologie e membro Task Force Mise per l’Ai – Nessuna Ai può prendere il posto di una persona. Le intelligenze artificiali sono un qualcosa e non un qualcuno”.
Ecco la sfida posta dall’intelligenza artificiale: “Dobbiamo sviluppare una ‘algor-etica’ – ha continuato Benanti – in quanto le Ai sono dotate di caratteristiche di agency, possono cioè compiere scelte anche senza la supervisione umana; se vogliamo che queste scelte siano in favore dell’uomo – ha precisato – devono essere impostate secondo ciò che è ritenuto buono e desiderabile per l’uomo.
Allora si tratterà di pensare e progettare questa agency perché rispecchi il voluto umano all’interno del suo agire.
Per fare questo siamo chiamati a scrivere un nuovo capitolo nella nostra riflessione etica: pensare modi per rendere le istanze etiche, proprie dell’umano, come vincolanti e comprensibili per la macchina e rendere l’etica computabile, per così dire, dalla macchina“.
“L’introduzione di nuove tecnologie, tra cui anche sistemi di intelligenza artificiale – spiega Marco Simoni, presidente Human Technopole – porterà a nuove terapie e nuove cure, in particolar modo per quello che riguarda lo sviluppo della medicina personalizzata.
Human Technopole, per esempio – ha anticipato l’esperto – lavorerà all’integrazione di dati su larga scala con l’analisi genomica, permettendo di sviluppare nuove terapie diagnostiche su misura per ciascun individuo“.
“Gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale hanno e avranno sempre più poteri diagnostici e curativi – ha ribadito Monsignor Mauro Cozzoli, ordinario di Teologia Morale alla Pontificia Università Lateranense – Potranno essere usati a beneficio dei pazienti nella misura in cui restino sottoposti alla verifica e al controllo dei medici opportunamente formati al loro uso sotto il profilo nel contempo tecnico ed etico“.
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