Catanzaro, arrestati i capi di due cosche della ‘ndrangheta. Gli arrestati sono 18 con accuse che vanno dall’omicidio allo spaccio di droga. La Polizia ha operato anche all’estero.
Catanzaro, arrestati i capi di due cosche della ‘ndrangheta in un’operazione che ha visto la collaborazione tra Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza. La stessa è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro. Sono stati arrestati di 18 soggetti, appartenenti ai due principali clan di ‘ndrangheta operanti a Cosenza. Gli investigatori sono sicuri: sono stati decapitati i vertici delle due cosche. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di omicidio, estorsione tentata e consumata, porto e detenzione abusivi di arma, ricettazione, spaccio di droga, usura e lesioni, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Ma l’operazione non si è limitata al territorio italiano. La Dia ha infatti coordinato invece l’arresto in Francia di Domenico Stanganelli, latitante dal 2014. Il boss era destinatario di un mandato d’arresto europeo per associazione di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, riciclaggio, porto e detenzione abusiva di armi. Era oggetto di indagine insieme ad altri capi di cosche. Si tratta di quelle dei Molé di Gioia Tauro, e dei Mancuso di Nicotera.
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Il boss della ‘ndrangheta Stanganelli è stato arrestato in Francia, a casa dei suoceri a Vallauris, in costa Azzurra. L’operazione ha avuto succeso grazie alla cooperazione tra la Dia, la Polizia giudiziaria di Marsiglia e di Nizza e la Brigata per le ricerche ed intervento francese (Bri). Una collaborazione possibile anche grazie all’istituzione della ‘Rete operativa antimafia – Onnet’. Si tratta di un progetto sviluppato proprio dalla Dia italiana: lo stesso prevede di supportare le unità investigative degli Stati membri.
A Catanzaro, arrestati i capi di due cosche della ‘ndrangheta, ma anche in Francia è stato possibile. Gli agenti impiegati nella rete di contrasto alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, cosiddetta ‘Rete operativa antimafia – Onnet’, sono specializzati sul fenomeno. Tutto si basa sul miglioramento dello scambio d’informazioni utili alle indagini. Le stesse possono dunque essere fatte più velocemente anche in Paesi che non sono l’Italia.