Gli oltre quattrocento ragazzi, idonei al concorso nel 2017, si appellano alla politica e al presidente del Consiglio: “Sempre viva la strada che porta al nostro sogno, non ci arrendiamo”
Idonei al concorso bandito a maggio 2017 sono stati esclusi dalle graduatorie a causa di una legge retroattiva che cambia i criteri. Così, per 455 tra ragazzi e ragazze sotto la soglia dei trent’anni, non si vede la via d’uscita sul fronte assunzione come agenti di polizia. E si resta in una fase di stallo.
Dopo aver chiesto risposte alla politica, mai sfociate in concrete azioni parlamentari, l’attenzione è stata spostata sul presidente del Consiglio Conte. Al premier viene chiesto di intervenire direttamente, in maniera decisa, dopo mesi in cui “nel concreto non si è fatto nulla”. E’quanto sostengono, al contempo, gli stessi sindacati.
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“Situazione assurda che si trascina dal precedente governo”
La Silp Cgil, il Sindacato italiani dei lavoratori di polizia, si rivolge a Conte attraverso una nota: “La vicenda dei 455 ragazzi e ragazze idonei rischia – si legge – di non trovare la strada da tutti noi auspicata. Una situazione assurda, con numerose e complesse conseguenze tecnico-giuridiche di non facile soluzione. Tutto nacque con il precedente governo che ha decretato l’abbassamento dell’età per essere assunti in polizia coinvolgendo un concorso in atto. Il Parlamento ha obiettivamente fatto quello che doveva e poteva fare. Adesso la parola fine a questa vicenda può metterla solo e soltanto l’attuale governo”.
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“Ci appelliamo al premier Conte – conclude Cgil – affinchè centinaia e centinaia di ragazze e ragazzi perseguire il sogno, conquistato sul campo, di vestire la divisa della Polizia di Stato. Auspichiamo pertanto una soluzione da parte della politica e dell’amministrazione che renda giustizia a chi sta subendo una grave ingiustizia”.