Ex Ilva, a casa 3.500 lavoratori dopo la chiusura da parte del Tribunale di Taranto del forno Afo2: scatta la cassa integrazione.
Una decisione che getta nello sconforto i lavoratori dell’ex Ilva. Il Tribunale di Taranto, nelle scorse ore, ha infatti emesso la sentenza di chiusura del forno Afo2 dell’acciaieria. Con questo provvedimento ArcelorMittal chiederà l’avvio di una procedura di cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori.
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Ex Ilva, chiude il forno Afo2: 3.500 lavoratori in cassa integrazione
A spiegare ciò che accadrà è il leader Uilm, Rocco Palombella, che specifica come a chiudere sarà l’Altoforno 2, tutta l’acciaieria numero 1, metà dell’acciaieria numero 2 e altri impianti minori. La chiusura degli impianti partirà dal 13 dicembre prossimo e richiederà 3-4 settimane per essere completata. “La decisione è di una gravità inaudita poiché – spiega Palombella all’Adnkronos -, invece di verificare tutte le alternative possibili per non ricorrere ad uno strumento così invasivo, utilizza il provvedimento del Giudice per ottenere i risultati che si era prefissata: utilizzare i lavoratori come scudi umani“.
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Reazione durissima dei sindacati
La decisione non poteva che scatenare il giudizio dei sindacati. Ad intervenire è stata immediatamente la Fiom, che commenta come “La situazione dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto si fa sempre più incerta. L’unica certezza – spiega il leader delle tute blu della Cgil, Francesca Re David – è che sono sempre i lavoratori a pagare il prezzo più alto. Sia per il non rispetto degli accordi sia per la cassa integrazione. Domani al tavolo convocato al Mise, il Governo ci dica cosa intende fare sull’ex Ilva e i commissari straordinari facciano chiarezza rispetto alla dichiarata volontà di ricorrere al Tribunale del Riesame”.