Gender gap: differenze tra uomini e donne sul lavoro e negli stipendi. Più donne laureate ma meno retribuite degli uomini, nel 63% dei casi hanno contratti part-time
Ancora ben definiti i divari tra uomini e donne nel mondo lavorativo e negli stipendi.
Nonostante riguardo alle retribuzioni, si stia registrando un calo nella grande differenza del gender gap – e cioè dall’8,8% del 2014 al 7,4% del 2017 – le donne italiane vengono retribuite meno rispetto agli uomini.
Donne più coinvolte in contratti part-time
Le donne sono ancora quelle più coinvolte in contratti part-time, e cioè nel 63% dei casi.
Secondo i dati Istat, inoltre, i contratti part-time sono aumentati del 24,6% nel triennio 2014 – 2017, coinvolgendole in particolare rispetto agli uomini.
Le donne risulterebbero anche non riuscire a trarre le stesse opportunità dei colleghi uomini dal loro percorso di studi: se un laureato viene pagato all’ora circa il 20% in più rispetto a un diplomato, tra i due sessi esistono ancora profonde differenze.
Retribuzione oraria legata alla laurea: differenze tra donne e uomini
L’aumento di retribuzione oraria legata alla laurea è infatti per un uomo del 32,6%, per le donne invece del 14,3%.
Secondo l’Istat, nel 2017 le donne laureate hanno ricevuto una retribuzione oraria inferiore di oltre 3 euro rispetto ai colleghi uomini.
Maggioranza di laureati tra le donne
Una contraddizione se si pensa che considerando il rapporto tra le categorie dei diplomati e dei laureati, si registra una maggioranza di laureati tra le donne.
Il numero delle dipendenti laureate corrisponde infatti al 37,5% rispetto alle diplomate, mentre per gli uomini il rapporto scende al 24,9%.
Compensi tra Nord e Sud
Lo svantaggio delle donne, ovunque marcato, aumenta nel Nord-est, Centro e nel Nord-ovest del Paese.
I compensi orari mediani più bassi «si osservano per i rapporti di lavoro di imprese localizzate nelle regioni del Sud (10,25 euro) – spiega l’Istat – mentre il valore più elevato in quelle del Nord-ovest (11,91 euro) con un differenziale retributivo pari al 16,2%».