Individuato dall’Arma l’uomo che avrebbe ceduto la dose al 35enne. Fu trovato senza vita nella sua abituazione. La svolta alle indagini è arrivata grazie ad una serie di intercettazioni
I carabinieri del nucleo operativo di Campobasso hanno individuato l’uomo che, lo scorso dieci giugno, avrebbe venduto la dose letale al 35enne Marco Caccavaio trovato senza vita nella sua abitazione. Una testimonianza e una intercettazione alla base della svolta nelle indagini. Gli accertamenti virano verso l’ipotesi reato prevista nel 586 del codice penale.
Caccavaio, titolare di un bar nei pressi del centro cittadino, fu ritrovato morto in casa a seguito di una segnalazione proveniente dall’inquilino del piano inferiore. Un’ispiegabile perdita d’acqua dall’abitazione, spinse l’uomo a lanciare l’allarme. Sul posto furono inutili gli interventi dei soccorritori, che non poterono far nulla se non constatare il decesso, avvenuto da alcune ore.
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Gli inquirenti si interrogano: chi era con lui al momento della morte? La semi-confessione del pusher
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno cercato in primis di ricostruire le dinamiche delle ultime ore. Chi era con il giovane ritrovato morto? Cosa è accaduto a una manciata di minuti dalla morte? Gli interrogativi hanno subito trovato risposta. Il presunto pusher, complice una semi-ammissione e l’interrogatorio annesso, avrebbe avvalorato la tesi degli inquirenti sulla cessione della dose letale.
L’accusato risulta già indagato in diversi procedimenti e non è nuovo al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Toccherà alla Procura, a questo punto, formalizzare eventuali richieste a carico del pusher. Intanto, si attende il verdetto dell’esame autoptico disposto sulla salma. Gli inquirenti potranno disporre di elementi ulteriori ai fini delle indagini.
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