Pronto l’esposto alla magistratura per valutare azioni legali contro il quotidiano.
Azione nei confronti del quotidiano “Libero” in seguito alle espressioni utilizzate per definire l’ex Presidente della Camera Nilde Iotti. L’esposto, in fase di stesura, da parte dalle avvocatesse Cathy La Torre e Rita Nanetti, mira a chiedere alla magistratura se le parole utilizzate per definire Nilde Iotti e le donne emiliane costituiscano un reato di diffamazione. L’esposto, potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese e diffamate dai toni e dalle espressioni utilizzate sul quotidiano.
Già in programma il primo appuntamento per raccogliere sottoscrizioni: il 16 dicembre alle 18.30 al Centro delle Donne di via del Piombo 5, a Bologna, gestita dall’associazione
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L’atteggiamento del quotidiano “Libero”, attraverso le parole utilizzate nei confronti di Nilde Iotti, hanno indignato e infastidito tantissime donne. “Sono centinaia le persone che mi hanno contattato – dice la La Torre – voglio chiedere anche alla candidata della Lega, Lucia Borgonzoni, che è una donna emiliana, se a lei questa presentazione va bene. Altrimenti la aspettiamo a firmare il nostro esposto”. Dopo l’appuntamento dell’associazione Orlando, ci sarà un nuovo “evento” al Pratello, per far circolare il documento e dar corpo a una protesta che finora è rimasta soprattutto sui social, nelle chat, in tutti i luoghi “informali” in cui si fa politica.
“Io sicuramente sottoscrivo l’esposto – dice Marilena Fabbri, già sindaco di Sasso Marconi e parlamentare del Pd, oggi membro della commissione nazionale di garanzia del partito – perché questa escalation va assolutamente fermata. Le donne emiliane – continua la Fabbri – sono molto altro, altrimenti la nostra regione non sarebbe quella che è. Ci siamo impegnate – spiega- da sempre al lavoro, nei campi, nelle fabbriche, in piazza e anche in parlamento. È stato sdoganato – conclude la parlamentare – un linguaggio che non deve avere cittadinanza”.
Anche Giulia Sudano dell’associazione Orlando è molto decisa. “Nilde Iotti ha rappresentato molto per la storia del movimento femminista, queste parole riguardano tutte noi, le nostre conquiste – dice l’attivista femminista -. Non lo accettiamo più. Vogliamo dare un segnale – continua la Sudano – per far capire che non vogliamo vivere in un Paese in cui un’affermazione come questa può apparire sulla prima pagina di un giornale. Per Nilde – conclude l’attivista – e per tutte le ragazze che un giorno faranno politica”.
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