Dopo l’endorsement da parte dei Papaboys, un’altra voce – forse inaspettata – si leva a sostegno del movimento delle sardine. E’ quella di Filippo Rossi, giornalista ed intellettuale di destra, un tempo considerato molto vicino a Gianfranco Fini. Sabato prossimo sarà in piazza a Roma.
Essere di destra e scendere in piazza con le sardine. O comunque sostenerle. Dopo il sostegno del leader dei Papaboys e l’interesse manifestato da Francesca Pascale, la compagna dell’ex premier Silvio Berlusconi, un’altro endorsement inatteso per il movimento delle sardine. E’ quello di Filippo Rossi, giornalista di destra, un tempo molto vicino a Gianfranco Fini (qualcuno diceva che ne fosse l’ideologo) e che non sembra gradire Salvini ed i salviniani. Sull’essere di destra ha recentemente pubblicato un saggio: “Dalla parte di Jekyll, Manifesto per una buona destra”. Ma è interessato dal movimento delle sardine e scenderà in piazza con loro. Come è possibile? “Sono uno dei tanti, non ho nessun ruolo” dichiara in una intervista. E poi aggiunge: “È vero, è una piazza più a sinistra, ma piace anche a destra, come dicono i sondaggi. L’appartenenza politica non esiste più. La volatilità elettorale è altissima. E poi esiste anche una destra liberale, moderata, che rifiuta l’estremismo. Questa destra non ha voce, non è rappresentata politicamente ma nella società civile c’è”.
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Rossi si esprime anche sull’ “antisalvinismo” delle sardine: “Nascono contro un linguaggio politico violento, fatto di slogan vuoti, di odio verso gli altri. Registrano la reazione della società. Hanno saputo dimostrare, del tutto inconsciamente visto che neanche loro se l’aspettavano, che serve una politica meno urlata, più di contenuti”. Un movimento che secondo alcuni è troppo vicino al PD. Ma per Filippo Rossi non è così: “No, questa piazza non è governativa, né antigovernativa. il Pd ha il fiato corto. Le Sardine esistono perché i simboli dem non sono più palpitanti”.
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Rossi chiude con due consigli: “È chiaro che la tentazione di farsi partito c’è. Io direi alle Sardine: tenetevi il movimentismo, siate orgogliosi delle vostre piazze. E non cedete al ricatto di chi vi chiede contenuti: anche l’idea di scendere in piazza per dire che la politica non può riempirsi di slogan è un grande contenuto”.
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