Trentadue ore di sciopero quelle previste a partire da domani in ArcelorMittal, l’ex Ilva di Taranto. Contestualmente allo sciopero avrà luogo anche la manifestazione a Roma, sulla quale si è espresso fiduciosamente il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Mancano poche ore, ormai: da domani, martedì 10 dicembre, avrà inizio il lungo sciopero dei dipendenti ArcelorMittal, l’ex Ilva di Taranto, a seguito degli ultimi sviluppi riguardo le politiche aziendali discusse con i sindacati. I lavoratori si assenteranno per tre giorni, e marceranno su Roma con una manifestazione organizzata dalle organizzazioni sindacali.
“Domani riempiremo Roma“, ha affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. E prosegue: “Confidiamo che ci sarà qualche migliaio di lavoratori degli stabilimenti Ilva. Una partecipazione e una determinazione molto forti”.
Si unisce in questo coro anche Annamaria Furlan, la Segretaria generale della Cisl, che ha espresso su Twitter alcune considerazioni in merito alla manifestazione contro i provvedimenti di ArcelorMittal. Come spiega la Segretaria, infatti: “Saremo in piazza a Roma per chiedere una seria politica industriale, investimenti, per aprire i cantieri, per sostenere il Mezzogiorno. Arcelor Mittal deve rispettare i lavoratori della ex Ilva e la comunità di Taranto. Gli accordi non sono carta straccia”.
Lo sciopero nazionale del 10 dicembre mobiliterà tutti i dipendenti nella protesta contro l’aumento di comandate fatto dalla stessa ArcelorMittal. Lo sciopero è stato indetto da Fim, Fiom e Uilm nazionali, con durata di 24 ore e annessa manifestazione a piazza Santi Apostoli a Roma per contrastare i 4700 esuberi entro il 2023 dichiarati da Mittal giorni fa al Mise.
A Taranto, però, l’astensione dal lavoro scatterà a partire dalle 23:00 del 9 dicembre e si concluderà alle 7:00 di mercoledì 11 dicembre. Sempre a Taranto è coinvolto nello sciopero anche l’indotto-appalto con i suoi lavoratori.
Giunto il parere favorevole da parte dei pm di Taranto, inoltrato alla richiesta di proroga presentata dai commissari dell’Ilva in As sull’uso dell’Altoforno 2 (Afo2). Tale impianto è uno dei tre attualmente operativi nello stabilimento, ed è stato sequestrato e dissequestrato più volte per via dell’inchiesta sulla morte dell’operaio Alessandro Morricella.
I commissari hanno chiesto un anno di tempo per ottemperare alle prescrizioni di automazione del campo di colata. La decisione spetta ora al giudice Francesco Maccagnano, sotto la cui autorità si sta svolgendo il processo sulla morte di Morricella, e che si esprimerà in via definitiva per la giornata dell’11 o del 12 dicembre.
Nel caso non dovesse essere autorizzata la proroga della facoltà d’uso dell’Altoforno 2, per venerdì 13 dicembre scatterebbe il suo spegnimento definitivo, a seguito della scandenza dei tre mesi concessi dal Tribunale del Riesame per ottemperare alle prescrizioni. La Procura, dopo aver letto la relazione depositata dal custode giudiziario del siderurgico Barbara Valenzano, ha comunque espresso parere favorevole alla richiesta di proroga già avanzata dai commissari di Ilva in As.
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