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Cronaca

Allarme in Italia: crescono i morti per droga

334 morti solo nel 2018 a causa di sostanze stupefacenti: il 12.8% in più rispetto l’anno precedente. E il trend, purtroppo, è in crescita.

334 morti per droga nel 2018

In Italia si continua a morire di droga, e il dato allarmante è che il trend sui decessi per uso di stupefacenti è in crescita.

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I dati sono contenuti nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia curata dal dipartimento delle Politiche antidroga della presidenza del Consiglio. Nel 2018 i decessi legati al consumo di droghe sono stati 334, il 12,8% in più rispetto ai 296 dell’anno precedente, con una quota particolarmente rilevante (+92%) tra le donne over 40. E’ la cannabis la sostanza più diffusa sul mercato illegale, usata da un quarto degli studenti superiori e quasi sempre in modo esclusivo, ovvero non associata ad altre sostanze. Una stima “sicuramente in difetto” – dicono al dipartimento antidroga – anche perché non tiene conto delle patologie correlate a tutti quei comportamenti a rischio legati al consumo.

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La diffusione della cannabis risulta evidente anche dalle azioni di contrasto: il 58% delle operazioni antidroga, il 96% dei quantitativi sequestrati, l’80% delle segnalazioni amministrative e il 48% delle denunce riguardano i cannabinoidi (marijuana, hashish e piante di cannabis). Dati che danno la misura delle dimensioni della domanda in Italia, soprattutto se letti insieme con la diffusione della sostanza anche fra i giovanissimi: un terzo degli studenti delle superiori l’ha utilizzata almeno una volta nella vita e per oltre la metà di questi l’età di iniziazione è intorno ai 15-16 anni.

Crescono le morti per droga in Italia, la cannabis la sostanza più diffusa, specialmente tra i giovani

Per un giovane consumatore di cannabis su 4, il consumo della sostanza puo’ essere definito “rischioso”: sono circa 150 mila gli studenti tra i 15 e i 19 anni che sono risultati positivi al CAST – Cannabis Abuse Screening Test e che, per le quantità e le modalità di utilizzo della sostanza, potrebbero necessitare di un sostegno clinico per gestire le conseguenze del consumo.

Ma non mancano le “nuove droghe”

La risposta alle cosiddette NPS – Nuove Sostanze Psicoattive (che comprendono ad esempio cannabinoidi, catinoni e oppioidi sintetici) deve essere proporzionale alla velocità di comparsa di queste nuove molecole: la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili su effetti e danni derivati dall’uso siano limitate, “continueranno a costituire gli elementi chiave alla base di importanti sfide per la salute pubblica e per le politiche pubbliche di settore nei prossimi anni”. Secondo il dato dello studio ESPAD Italia, in un anno c’è stato un decremento percentuale del 29% degli studenti che hanno riferito l’utilizzo di cannabinoidi sintetici nella vita, pur rimanendo fra le sostanze più consumate nell’anno fra i giovanissimi (5%). Le operazioni antidroga, aumentate del 37% rispetto al 2017, hanno portato al sequestro di quasi 80 chili e 27 mila dosi di sostanze sintetiche.

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A fronte di un mercato molto fiorente, stimato per una spesa di 6,5 miliardi, i dati relativi alla cocaina descrivono invece una situazione apparentemente stabile per ciò che riguarda la sua diffusione.

Il monitoraggio della diffusione di oppiacei, infine, descrive un mercato in crescita. Nel corso del 2018 è stato osservato, in termini assoluti, un incremento del 60% di sostanza sequestrata nel nostro Paese, sfiorando la tonnellata di eroina intercettata dalle forze dell’ordine, con un principio attivo mediamente superiore del 18% rispetto al 2017. Indicatori confermati anche dal 28% in più di ricoveri e di circa il 6% in più di decessi correlati all’uso di oppiacei.

 

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