Un anello per proteggere i dati biometrici: come Kaspersky tutela la privacy

Cosa succederebbe se in un database pubblico finissero le tue impronte digitali? O se non potessi più ripristinare i tuoi dati biometrici per bloccare e sbloccare sistemi di sicurezza? Kaspersky ci ha pensato e ha ideato un anello per proteggere i tuoi dati biometrici

Anello digitale Kaspersky – meteoweek

Kaspersky, azienda di sicurezza informatica nota a livello globale, ha voluto presentare sul mercato una chicca tecnologica per proteggere i dati biometrici: un anello.

Questo anello tecnologico simulerebbe un’impronta digitale, così da non dover fornire la propria. Molti infatti utilizzano impronte digitali, volto o iride per sbloccare sistemi di sicurezza come quelli degli smartphone o per accedere a case e uffici.

In occasione dell’evento di Kaspersky #OwnYourDigitalIdentity, sul futuro della tecnologia biometrica, Kaspersky ha presentato il gioiello realizzato con la collaborazione di un designer di accessori 3D di Stoccolma.

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Motivi di sicurezza dietro lo sviluppo dell’anello

L’evento non è però la sola ragione che ha mosso gli sviluppatori a realizzare questa chiave di accesso sicura: il 37% dei computer, server e workstation su cui sono installati prodotti Kaspersky per raccogliere su cui sono stati inseriti dati biometrici avrebbero subito almeno un tentativo di infezione malware.

Il valore dei dati biometrici e i tentativi di furto

I dati biometrici infatti sono molto preziosi: a differenza delle password, non possono essere ripristinati, ed identificano con precisione la persona.

Inoltre, nel 2015 con l’hackeraggio dell’Office of Personnel Management (OPM) negli Stati Uniti sono andati persi circa 5,6 milioni di impronte digitali.

Dati biometrici finiti su database pubblici

Recentemente, impronte digitali di oltre 1 milione di persone sono stati individuati su un database pubblico, ormai di dominio della polizia del Regno Unito, dagli appaltatori della difesa e dalle banche.

Non solo, i ricercatori hanno individuato anche tentativi di furto di impronte digitali tramite fotocamere digitali e altri strumenti.

Insomma, attenzione a dove… mettiamo le mani! E a fornire i propri dati biometrici, potrebbero diventare di dominio pubblico.

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