Lo riferisce il quotidiano Leggo. La scoperta dell’ordigno risale ad ottobre ma la notizia è rimasta top secret fino ad oggi. Era indirizzato all’attuale ministro dell’interno Luciana Lamorgese.
Poteva esplodere e provocare gravi danni a cose e persone. È questo quanto racconta il quotidiano Leggo che ha riportato la notizia di un pacco bomba spedito al Viminale contro l’attuale ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Il plico esplosivo è stato individuato all’ufficio smistamento delle Poste di via Ostiense (Roma) ed è stato disinnescato dagli artificeri. Un ordigno che, secondo le indiscrezioni, è stato fabbricato artigianalmente ma da mani esperte. All’interno del pacco anche alcuni ritagli di giornale che inneggiavano al ritorno di Matteo Salvini al Ministero dell’Interno.
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Come racconta Leggo, l’azione risale alla fine dell’ottobre scorso e non è mai stata rivendicata da nessuno. Il mittente, però, si è firmato come un sedicente movimento denominato «Nemici dello Stato». Il pacco bomba conteneva un innesco con alcune batterie collegato a un contenitore (simile a un hard disk di un computer) con all’interno polvere pirica. Il tutto realizzato per provocare una deflagrazione violenta e letale.
Pacco bomba, come detto, contro Luciana Lamorgese.
Un pacco bomba che poteva uccidere. Si indaga negli ambienti anarchici
La pericolosità di quell’ordigno è stata confermata dagli artificieri che l’hanno disinnescata. Il plico, in caso di esplosione, avrebbe provocato sicuramente danni a persone o cose nelle vicinanze. Il pericolo, dunque, era molto reale. Per fortuna, però, il pacco bomba è stato individuato dagli scanner e dal personale delle Poste di via Ostiense, e disinnescato dagli uomini del nucleo anti-sabotaggio.
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La matrice del pacco non sembra politica ma insurrezionale. Si sta indagando da oltre un mese anche su una pista anarchico-insurrezionalista per scoprire il mittente di quell’ordigno che poteva uccidere destinato al Viminale.