Arrestato il padre della piccola Valentina Terracciano, uccisa per errore

L’uomo, papa della piccola Valentina, coinvolto in un traffico di droga

 

C’è anche il quarantasettenne Raffaele Terracciano, papà di Valentina Terracciano, la bimba di due anni uccisa nel 2000 a Pollena Trocchia, in provincia di Napoli, nel corso di un agguato camorristico, tra i destinatari delle misure cautelari in carcere emesse dal Gip di Napoli a carico dell’associazione dedita allo spaccio di droga, attiva a Santa Maria Capua Vetere e gestita dalla famiglia criminale dei Del Gaudio.

Raffaele Terracciano è finito in carcere perché ritenuto dagli inquirenti della Dda di Napoli uno dei fornitori dei fratelli Del Gaudio, Sonia e Ferdinando, entrambi arrestati dai carabinieri. L’uomo, attivo nella zona vesuviana, avrebbe rappresentato un punto di riferimento costante per l’approvvigionamento di grandi quantità di coca e hashish da parte dei fratelli Del Gaudio. La piccola Valentina rimase uccisa per errore mentre era nel negozio dello zio, vero bersaglio dei killer.

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Il processo, contro i sei boss collaboratori di giustizia accusati dell’omicidio della piccola Valentina Terracciano, uccisa per errore a soli due anni, nel novembre del 2000, nel corso di un regolamento di conti, si concluse nel novembre del 2002. I proiettili, infatti, erano con molta probabilita’ destinati agli zii, insieme a cui si trovava al momento dell’agguato.

Con il rito abbreviato il Gup del Tribunale di Napoli ha condannato i sei imputati, mandanti ed esecutori materiali del delitto, che cominciarono a collaborare con la giustizia poco tempo dopo l’accaduto. Ai fratelli Salvatore e Saverio Castaldo furnono inflitti sedici anni e sei mesi, al terzo fratello Giuseppe sedici anni e otto mesi. I tre , ritenuti esponenti del clan dei Veneruso-Castaldo all’epoca dei fatti impegnati nella faida contro gli Arlistico-Terracciano. Quattordici anni a Giuseppe Liguori, Pasquale Fiorillo e Ciro Molaro. Questi ultimi due scamparono miracolosamente ad un agguato in provincia di Cerveteri, deciso dal clan per ‘punirli’ del clamoroso errore.

Altri sicari del clan Veneruso , arrestati anche loro negli anni scorsi , per punire i killer che avevano sbagliato bersaglio, infatti li raggiunsero nella cittadina laziale per un regolamento di conti uccidendo Carmine De Simone e Ciro Improta, altri due componenti del gruppo di sicari che uccise Valentina. Fiorillo e Molaro, invece, benchè feriti, si finsero morti e riuscirono poi a fuggire. Successivamente arrestati, i due hanno collaborato con i magistrati della Dda di Napoli svelando retroscena e facendo pure i nomi dei mandanti dell’ omicidio. Uno dei condannati, Giuseppe Liguori, anche lui collaboratore di giustizia, coinvolto anche in un altro procedimento pr la morte di un bambino, quello che riguarda l’ omicidio del piccolo Gioacchino Costanzo, di due anni, ammazzato, anche lui per errore, nella provincia di Napoli negli anni scorsi.

 

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