Il nuovo piano industriale per l’ex Ilva previsto dal gruppo conferma un drastico taglio dell’organico: i lavoratori scenderebbero da 10.789 a 6.098, con esuberi fino a 4700 nel 2023.
Si è svolto oggi a Taranto, al ministero dello Sviluppo economico, l’incontro tra il consulente del governo per ArcelorMittal Francesco Caio, l’ad italiana dell’azienda Lucia Morselli, i rappresentanti del Mef e i commissari dell’ex Ilva in amministrazione straordinaria. Sul tavolo è stata posta la trattativa per arrivare a un nuovo piano industriale, alla quale seguirà la riunione con i sindacati presieduta dal titolare dello Sviluppo, Stefano Patuanelli.
Il piano industriale: oltre 5000 gli esuberi
Secondo quanto proposto dall’ad italiana dell’azienda Lucia Morselli durante il tavolo al Mise, 4.700 sarebbero gli esuberi previsti, di cui 2900 già nel 2020. L’organico dell’ex Ilva, allora, passerebbe dai 10.789 occupati del 2019 fino ai 6.098 del 2023. Sempre stando ai dati offerti dal piano industriale della compagnia, sarà previsto un aumento dei volumi di produzione dagli attuali 4,5 milioni di tonnellate di acciaio ai 6 milioni dal 2021.
In base al prospetto 2020-2014, ArcelorMittal Italia prevede inoltre altri tipi di interventi per le acciaierie ex Ilva. Nel 2023, infatti, verranno effettuate la fermata del forno Afo2, la marcia della sola linea D di agglomerato e la massa di produzione del forno elettrico ad Arco Eaf.
In aggiunta, la realizzazione del nuovo Eaf sarà portata avanti con una soluzione “ibrida”, ovvero con caricamento di rottame e ghisa liquida che dovrebbe quindi garantire una produzione di acciaio di alta qualità. A seguito della fermata dell’Afo2, la copertura dei parchi è però prevista solamente per 500 metri dei 700 metri indicata. Infine, è stata anche annunciata la riduzione degli investimenti per tutte le aree dismesse.
I sindacati: “irricevibili gli esuberi”
A conclusione della presentazione dell’ad e a seguito della sospensione dei lavori al tavolo, i sindacati hanno definito “irricevibili” i tagli annunciati da ArcelorMittal. In particolare, il segretario generale Cisl, Anna Maria Furlan, si è espressa a nome di tutte le organizzazioni bocciando il piano industriale presentato dall’azienda. “Non ci sono condizioni per aprire confronto per un accordo”, ha affermato; “Si deve ripartire dall’accordo di un anno fa, con i livelli occupazionali e investimenti indicati dal piano del 2018”.
Gli esuberi stimati da ArcelorMittal nel nuovo piano industriale 2020-2024 arriverebbero infatti a toccare la quota di 6400, tra mancati rientri al lavoro e lavoratori in amministrazione straordinaria.
In merito alla proposta dell’azienda, si è espresso in maniera diversa il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. “La è strada è stretta e in salita. L’obiettivo sta nel garantire la continuità produttiva. E’ necessario un confronto costruttivo onesto che sia sviluppato nel tempo, parallelamente alle previsioni sul piano industriale ed a tutto quello che stiamo cercando di fare”, ha affermato il ministro durante il tavolo; e ha poi proseguito: “Non sarà semplice ma c’è bisogno di tutti“.