Intervento del cardinale Krajewski sul tema dei migranti all’indomani dell’operazione Lesbo.
“Mi rivolgo ai cardinali, ai vescovi, ai presbiteri, ai religiosi: apriamo, a cominciare da me, le nostre canoniche, i conventi, i monasteri per ospitare ognuno almeno una famiglia dei campi profughi di Lesbo, per poterli svuotare tutti. Le risorse ci sono”. E’ l’appello lanciato dall’elemosiniere del Papa, il cardinale Konrad Krajewski, accogliendo i trentatre rifugiati arrivati oggi a Fiumicino dall’isola di Lesbo attraverso un corridoio umanitario.
Leggi qui – > Monito del Papa sul tema disabili
Guarda anche – >” Respingere un migrante è illegale”, sentenza storica a Roma
“A maggio nei campi c’erano 7000 persone – ha continuato Krajewski – oggi ce ne sono oltre 15mila con 800 bambini non accompagnati. Non c’è così per loro speranza oggi – continua l’elemosiniere – si ferma in Grecia, vivono in disagio e condizioni drammatiche. Un problema ed una vergogna per l’Europa – aggiunge il cardinale – il Papa ha a cuore tutto questo perché è puro vangelo”.
“Il prossimo è Gesù stesso”, ha concluso Krajewski, che lo scorso maggio fece parlare di sé quando riattivò la corrente in uno stabile occupato a Roma.
A tre anni dall’ultima visita del Papa all’isola di Lesbo e dalla sua decisione di riportare con sé le famiglie siriane, il Pontefice ha appunto chiesto, lo scorso maggio a Krajewski di tornare nell’isola greca per rinnovare la solidarietà al popolo greco e ai profughi e, anche in questa occasione, ha espresso il desiderio di compiere un ulteriore gesto di solidarietà e ospitare un gruppo di giovani profughi e alcune famiglie provenienti dall’Afghanistan, Camerun e Togo. “Dopo un intenso periodo di trattative ufficiali tra gli organismi competenti al fine di realizzare questo nuovo corridoio umanitario, il ministero dell’Interno italiano ha dato l’assenso definitivo a svolgere l’operazione”, spiegava qualche giorno fa una nota dell’Elemosineria. L’accoglienza dei quarantatrè profughi in arrivo sarà, anche in questo caso, a carico della Santa Sede, attraverso l’Elemosineria Apostolica, e di Sant’Egidio.
Lo scorso settembre in visita alle isole Mauritius, il Pontefice avevainvitato i fedeli “ad accettare la sfida dell’accoglienza e della protezione dei migranti che oggi vengono qui per trovare lavoro e, per molti di loro, migliori condizioni di vita per le loro famiglie. Abbiate a cuore di accoglierli – aveva continuato Francesco I – come i vostri antenati hanno saputo accogliersi a vicenda, quali protagonisti e difensori di una vera cultura dell’incontro che consente ai migranti di essere riconosciuti nella loro dignità e nei loro diritti”