Rigopiano, cadono le accuse per tutti gli indagati. Il papà di Stefano sotto processo per aver portato i fiori al figlio

Archiviazioni per 22 indagati dopo la valanga sull’hotel Rigopiano. Escono dall’inchiesta anche gli ex governatori dell’Abruzzo: le famiglie delle vittime accusano la giustizia.

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È stata disposta l’archiviazione da parte del gip di Pescara per 22 indagati nell’inchiesta riguardante l’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara). Nella struttura nel 2017, a causa di una valanga morirono 29 persone.

Dall’inchiesta escono definitivamente, tra gli altri, anche gli ex governatori dell’Abruzzo: Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi. Alla richiesta del pm si erano opposti i familiari delle vittime, ma il gip ha respinto le opposizioni.

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Incidente all’hotel Rigopiano, disposte 22 archiviazioni: le motivazioni

Come detto il gip ha disposto l’archiviazione di 22 persone, tra cui gli ex governatori della Regione Abruzzo. “Non si ritiene che gli elementi investigativi indicati negli atti di opposizione (in quanto irrilevanti) possano incidere sulle risultanze investigative, precise ed esaustive, raccolte dal pm, non potendo sminuire le considerazioni da questi assunte nella richiesta di archiviazione e condivise da questo giudice. Pertanto – riferisce il gip – può affermarsi che le risultanze investigative non permettono di sostenere l’accusa in giudizio“.

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Fuori dall’inchiesta, tutte le posizioni archiviate

Escono dal processo anche gli assessori che si sono succeduti alla Protezione civile, Tommaso Ginoble, Daniela Stati, Mahmoud Srour, Gianfranco Giuliante e Mario Mazzocca. L’ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, la funzionaria della Protezione Civile Tiziana Caputi, l’ex vice presidente della Regione Abruzzo Enrico Paolini e l’ex direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis.

Archiviate anche le posizioni di Giovanni Savini, direttore del Dipartimento di protezione civile per tre mesi nel 2014 e Silvio Liberatore, responsabile della sala operativa della Protezione civile. E ancora Antonio Iovino, dirigente del servizio di Programmazione di attività della protezione civile. Vittorio Di Biase, direttore del Dipartimento opere pubbliche fino al 2015 e Vincenzino Lupi, responsabile del 118.

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Archiviata anche la posizione di Daniela Acquaviva, funzionaria della Prefettura di Pescara nota per avere risposto telefonicamente al primo allarme lanciato telefonicamente dal ristoratore Quintino Marcella, la quale però resta imputata nel procedimento bis per depistaggio. Archiviazione, soltanto per alcune ipotesi di reato, anche per l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, per Andrea Marrone, consulente incaricato per adempiere le prescrizioni in materia di prevenzione infortuni, per Bruno Di Tommaso, legale responsabile della Gran Sasso Resort & Spa, e per Carlo Giovani, dirigente della Protezione civile.

Le famiglie delle vittime accusano la giustizia, il papà di Stefano: “Presi in giro”

La reazione dei familiari delle vittime è stata furiosa. Il papà di uno dei caduti, Stefano, ha così commentato la decisione del gip: “Presi in giro dalla giustizia. Alla fine la colpa sarà di chi stava in hotel, di chi lavorava a Rigopiano e di chi è andato in vacanza. Il giudice ha accolto la richiesta di archiviazione nei confronti dei funzionari della Regione e dei personaggi che ci hanno fatto credere che Stefano era vivo, uccidendolo due volte. L’archiviazione è un colpo che fa molto male.

Per quanto riguarda me e la mia famiglia non ho parole, mi sento preso in giro dalla giustizia“. Queste le parole di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle 29 vittime dell’hotel Rigopiano di Farindola.

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